REDAZIONE LA SPEZIA

Muore la combattente dell’Università. Il sogno delle nozze stroncato a 23 anni

Anche a Federica Praia si devono salvezza e rilancio del Polo

Federica Praia aveva quasi ultimato gli studi al corso di Ingegneria Meccanica dell’Università spezzina

La Spezia, 19 ottobre 2015 - LA SUA preoccupazione, nella lotta contro la malattia emersa all’improvviso prima dell’estate, era per gli altri. «Non preoccupatevi, io vinco, io vinco sempre...», diceva Federica Praia, con la carica dei suoi 23 anni, la mente proiettata al matrimonio, ai progetti professionali ancorati alla solidità della preparazione maturata all’Università spezzina, di cui è stata paladina. Un ottimismo alimentato dal suo carattere solare, da un cuore giovane, grande e generoso.

Che alla distanza, però, non ha retto il peso della tribolazione patita dal fisico. Ha cessato di battere l’altra sera all’ospedale di Sarzana. E la notizia, in parallelo al mesto e ininterrotto pellegrinaggio alla camera mortuaria, si è diffusa rapinamente in città e ben oltre essa, là dove, anche all’estero, risiedono gli studenti del Polo Marconi e coloro che, laureati in esso, ora lavorano o sono alle prese con la sfide del mercato del lavoro.

Dolore, sconcerto, rabbia e un profondo moto di cordoglio verso i familiari: il papà Raffaele (ex dipendente della San Giorgio costretto dal crac aziendale a fare affidamento sulle sue forse: è il titolare i un bar nei pressi della stazione), la mamma Alessandra, la sorella gemella Martina con la quale Federica ha condiviso anche il percorso formativo: due ’stelle’ all’istituto per geometri Cardarelli, due riferimenti al Polo Marconi, ex rappresentanti studentesche nel consiglio del corso di Ingegneria Meccanica, facoltà frequentata con profitto e passione, quella che aveva portato Federica ad essere in prima linea, sempre con la sorella, nella battaglia per salvare la peculiarità del presidio formativo spezzino quando, due anni fa, su di esso volteggiava la scure genovese che mirava stroncare i corsi di Ingegneria nautica. «C’era anche lei a raccogliere le firme, a distribuire volantini, preparare gli striscioni, occupare l’edificio del Polo per bloccare i tagli che si profilavano all’orizzonte e per scuotere la città all’urgenza dell’impegno corale a difesa dell’università spezzina», ricorda Claudia Conti, compagna di quella memorabile mobilitazione che vide scendere in piazza, insieme agli studenti, lo stesso direttore di Promostudi, l’ammiraglio Dino Nascetti.

«FU ANCHE grazie alle energie profuse da Federica se il polo è vivo e vegeto, destinato a consolidare il suo ruolo di università al servizio del Paese» evidenzia Alice Parodi, altra pasionaria dell’epoca, che rivela: «L’ho sentita al telefono una decina di giorni fa. Era all’ospedale a Milano, in attesa di essere operata. Anche in quell’occasione si era rivelata ottimista, coraggiosa, determinata. Sono sconvolta e come me lo sono tutti coloro che godevano sulla sua splendida amicizia... Un vuoto incombabile, una voragine che si apre in tanti cuori ».

Si faceva davvero voler bene Federica: dai compagni, dai professori, da tutti coloro che sono stati contagiati dal suo entusiamo, C’è chi, mamma di una compagna di studi, piange come le fosse morta una figlia...«Una ragazza davvero speciale! Un vero angelo....ed è per questo che forse il Signore l’ha voluta con sè... ma non è giusto... non lo concepisco» dice Mirella Ravani. Un altro fiore spezzato, nel pieno della vita in divenire, nel rincorrersi delle tragedie che, nell’arco delle due ultimne settimane, si sono imposte nella cronaca proprio per la fine prematura di bambini, ragazzi, giovani. Basta! Più che una preghiera è un urlo che sale dalla comunità attonita, sconcertata. Comunità che avrà un’altra occasione per testimoniare la partecipazione al dolore in questi giorni di passione. L’estremo saluto a Federica sarà dato domani, alle 11, nella chiesa di Nostra Signora della Neve, in viale Garibaldi. Saranno in tanti ad accompagnare con le preghiere l’angelo che sale al cielo.

CORRADO RICCI