Massaggi orientali a luci rosse Sentenza lampo per marito e moglie

A due mesi dal blitz della guardia di finanza nei locali di viale Italia 111 che erano stati sequestrati. I coniugi cinesi sottoposti a giudizio immediato hanno patteggiato dieci mesi e 280 euro di multa

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Un giudizio immediato nel vero senso della parola. A due mesi dal blitz dei finanzieri del comando provinciale della Spezia nel centro massaggi orientali di viale Italia 111, in pieno centro, dove si nascondeva un giro di prostituzione, sono già stati giudicati i due titolari cinesi. Yinchai Zheng di 41 anni e il marito Hajdong Huang di 45 anni, difesi dall’avvocato di fiducia Alessandro Frantappiè del foro di Prato, hanno patteggiato davanti al giudice per le indagini preliminari Marinella Acerbi, una condanna a dieci mesi e venti giorni con il beneficio della sospensione condizionale della pena in quanto incensurati, e una multa di 280 euro.

I fatti risalgono allo scorso aprile, quando la guardia di finanza aveva sequestrato l’attività adibita ad una casa di appuntamento a luci rosse. I due titolari erano stati denunciati per i reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e sottoposti alla misura cautelare dell’obbligo di dimora nel Comune della Spezia, poi revocata il 10 maggio. I militari delle fiamme gialle avevano accertato che la donna riceveva i clienti, concordava con loro la natura e il prezzo delle prestazioni sessuali praticate da ragazze asiatiche che dimoravano all’interno del centro.

L’attività, pubblicizzata anche su diversi siti internet, non era passata inosservata ai militari del gruppo della Spezia, che aveavno individuato un avventore del centro massaggi al quale non era stato rilasciato il previsto documento fiscale. Facendo breccia nella reticenza del cliente, era emerso che lo stesso poco prima aveva ricevuto una prestazione sessuale a pagamento. Ai clienti, spezzini insospettabili di ogni età, anche giovani, era stato pure controllato il green pass e a differenza dello scontrino, tutti lo avevano. Veniva così avviata una più ampia attività investigativa nei confronti del centro massaggi, con lo scopo di individuare la clientela, dalla quale i finanzieri raccoglievano chiari elementi di prova, secondo l’ipotesi d’accusa vagliata dal giudice delle indagini preliminari. Agli avventori, durante le sedute condotte da giovani operatrici, che inizialmente erano davvero massaggi orientali, venivano proposte prestazioni sessuali in cambio di pagamenti extra. Soldi che poi venivano consegnati ai coniugi cinesi titolari dell’attività. I finanziari hanno accertato che il costo della prestazione variava tra i 70 e i 130 euro, a seconda della richiesta del cliente. Nel corso delle attività, peraltro, i militari della guardia di finanza hanno anche accertato che all’interno del centro massaggi c’era una stanza adibita ad abitazione.

Massimo Benedetti