
L'aula di un tribunale
La Spezia, 16 febbraio 2024 – La loro storia era durata il tempo d’un battito d’ali, ben più lunghi invece gli strascichi giudiziari innescati dalla denuncia presentata dalla donna nei confronti dell’uomo, accusato di averla contagiata con una malattia a trasmissione sessuale.
Virus che le avrebbe causato anche una grave prostrazione psicologica. Ma a quanto pare le cose sono andate in maniera ben diversa, visto chè la vicenda si è ora chiusa in tribunale con l’assoluzione dell’imputato perché il fatto non sussiste.
A puntargli il dito era stata la donna (di pochi anni più giovane) con cui tempo fa aveva avuto una breve relazione, dalla quale lei sarebbe stata infettata dal virus Hsv2 (herpes genitale), come ha scritto nero su bianco nella querela in cui sosteneva di avere avuto rapporti sessuali solo con lui in quel periodo. E a suo dire l’uomo avrebbe ammesso le sue colpe anche in presenza di due ginecologici.
La denuncia ha fatto finire sotto processo il 50enne (residente in un centro della provincia), difeso dagli avvocati Giuliana Feliciana e Valentina Antonini che hanno chiesto di giudicarlo con il rito abbreviato condizionato alla produzione di una corposa documentazione e alla testimonianza dei periti: per la difesa il professor Botteri, infettivologo noto a livello nazionale, e il medico legale Roberto Maruzzo. Un primo test sull’imputato, eseguito pochi giorni dopo la querela, aveva dato esito negativo così come quello svolto successivamente: nessuna traccia quindi del fantomatico Hsv2.
Non solo: come sottolineato nelle perizie questo tipo di virus si trasmette dopo numerosi rapporti sessuali con un periodo di contagio fra i 20 e i 25 giorni, mentre la relazione fra accusato e accusatrice era durata a quanto pare solo 8 giorni.
Dulcis in fundo, nel corso del processo la donna non avrebbe mai mostrato un test positivo al virus, ma solo una certificazione con cui veniva giudicata ’psicologicamente provata’ da quanto accaduto. Il pubblico ministero Claudia Merlino ha quindi chiesto l’assoluzione con formula dubitativa, il giudice per le udienze preliminari Diana Brusarà ha invece assolto il 50enne con formula piena ’perchè il fatto non sussiste’, formula che mette una pietra sopra anche su eventuali richieste di risarcimento.
Claudio Masseglia