
Un ultimo, affettuoso abbraccio di amici, estimatori, ex allievi - oltre ai familiari più stretti – per un grande della cultura che se ne è andato, lasciando un vuoto in quel mondo che in lui aveva un autorevole punto di riferimento. La funzione celebrata ieri in cattedrale da don Federico Ratti per l’addio allo scultore Claudio Ambrogetti, spentosi a 86 anni, è stata partecipata e commossa, soprattutto per chi con lui aveva condiviso fin dall’inizio la sua esperienza artistica, di cui restano attestati importanti in provincia e non solo. A ricordarlo con particolare affetto, oggi, è Fabio Mismas, scultore e artista a tutto tondo, la cui frequentazione con Ambrogetti cominciò in tempi lontani, nel 1965, e da allora mai interrotta. "Fui io il primo a vedere i modelli di gesso del ritratto a tondo di Alberto Picco per i giardini di via Chiodo - racconta Mismas - ,del monumento a Michele Fiorillo collocato nell’aiuola davanti alla Capitaneria di Porto della Spezia, dell’ambone e del Ciborio per la Chiesa di S. Pio X ai Colli così come i cementi dei quattro evangelisti realizzati per la chiesa di Maria Ausiliatrice di Fossamastra e come tante altre opere ancora in preparazione o appena completate". Ambrogetti era originario della Spezia ma, ricorda Mismas, si trasferì nel 1971 a Sarzana (dove ieri è stato tumulato al cimitero urbano) per essere più vicino a quella Carrara che lo vide prima allievo dell’Accademia di Belle Arti poi insegnante del Liceo artistico con una parentesi come direttore di entrambi gli istituti". Ambrogetti prima del trasferimento a Sarzana abitava, alla Spezia, in una villetta in via Privata Cieli e qui lavorava nella parte bassa dell’edificio prima di allestire lo studio vero e proprio a poca distanza, in via Campitelli.
"Aveva frequentato l’Accademia di Belle Arti di Carrara – ricorda Ancora Mismas - ma non proveniva, come da prassi, dal liceo artistico bensì dal liceo classico della Spezia e questo gli ha sempre donato un valore aggiunto nel versante strettamente culturale. Apparteneva quindi alla schiera degli artisti colti, non molto nutrita per la verità, ossia di quegli artisti che non esaurivano la conoscenza nel proprio ambito operativo ma semmai la allargavano con competenza attendibile alla storia dell’arte, alla musica classica e lirica, alla letteratura ed alla storia. Non a caso aveva avuto come maestro d’Accademia uno dei grandi scultori colti del Novecento, Emilio Greco: per Ambrogetti fu un incontro fortunato perché Greco rimase sulla cattedra di Carrara per pochi anni, giusto i tre di frequentazione del giovane Claudio dopo uno passato a Firenze con Antonio Berti".
Tra la vastissima produzione di Ambrogetti, Mismas ricorda i candelieri, la Croce e il portacroce per la chiesa di S. Maria Assunta alla Spezia (196364), la statua di marmo dedicata a Santa Barbara per l’omonima chiesa di Pagliari (1964), il Grande Tesoro di bronzo e marmo per l’agenzia E della Carispe (1981), il bassorilievo di bronzo per la sede di Hanorah spa, Milano (1983), la Via Crucis per la Basilica di S. Maria Assunta, Sarzana (1984) e il vasto monumento al Sommergibilista allestito nel 1987 nel giardino del Museo navale della Spezia.E infine una notazione personale: "Non dimentico le nostre frequenti discussioni su arte ed estetica, talvolta in apparenza scontri, in realtà insegnamento e conoscenza. Certo è che Ambrogetti era molto, molto di più".
Franco Antola