
Circondato da lecci e sugheri centenari, vigila sul golfo. Varcando l’imponente portone in ferro, i turisti ne restano affascinati dalle forme e incuriositi dalla storia. Parliamo del Forte Macè della Foce, tra i primi casi in Italia di recupero di batteria militare da parte di un privato. Idea, entusiasmo ed energia sono di Graziano Arfanotti. Spezzino, classe 1937, disegnatore dell’Oto Melara, maestro artigiano nel lavorare pietre, ferro e legno, una volta in pensione ha scelto l’avventura: ha acquistato il forte dal demanio e, affiancato dal figlio Simone, lo ha ristrutturato un pezzo alla volta curando le ferite dovute all’abbandono e ad un’esplosione avvenuta nel secondo dopoguerra. Ed ecco oggi il tesoro riscoperto. "Il forte – racconta Graziano - fu costruito nel 1889 integrandosi con la rete di fortificazioni che caratterizza Spezia. Aveva il compito di difendere l’Arsenale dagli attacchi che giungevano da terra verso la città. In particolare difendeva la ‘tagliata’ della Foce, unica via di comunicazione col resto della Liguria".
Il recupero ha richiesto oltre dieci anni di lavoro perché tutto ciò che è stato possibile fare con le proprie mani, Graziano e Simone, lo hanno fatto. "E ogni pietra originale è stata riutilizzata", spiegano. Un lavoro faticoso ma appassionante in tutte le se fasi. In perfetto stato sono oggi tutti gli elementi tipici della batteria militare: le caponiere, le riservette, la zona pezzi dove stavano i cannoni, le feritoie, la santabarbara, il fossato e il ‘passaggio segreto’ che univa il dormitorio dei soldati al posto di guardia. "Tra i primi a visitare la struttura recuperata – riprende Graziano - è stato un anziano della Val di Vara che qui, in tempo di guerra, fu prigioniero. Ha raccontato, commosso, di come riuscì a fuggire, gettandosi dal muro di cinta, approfittando della nebbia e di una disattenzione delle guardie. Era contento che il forte avesse ora un nuovo corso". La struttura, dopo una parentesi dedicata alla ristorazione, si presta oggi a svariati usi nel campo dell’accoglienza. "Stiamo pensando – spiega Simone - ad una ripartenza, ripartenza che può essere sotto varie forme". Nel frattempo, chi volesse visitare il forte, che è "sito di interesse storico e architettonico" può accordarsi con i proprietari al numero: 333.5716037.
Intanto l’occhio del cronista, infine, registra una suggestione: il profilo della costa che si osserva dal piazzale panoramico (la ex zona pezzi) è ‘uguale’ alla linea di costa disegnata dal Botticelli a sfondo della sua Venere.