
di Marco Magi
Un viaggio emozionante nel magico mondo delle bolle di sapone con ‘Bubbles revolution’, uno show che arriva al Teatro Civico oggi pomeriggio alle 18, che ha fatto il giro del mondo, visitando 60 Paesi di 4 continenti. Protagonisti Marco Zoppi e Rolanda, insigniti a New York del ‘Merlin Award’ dall’International Magician Society.
Marco, cosa credi che rappresentino le bolle di sapone?
"La perfetta metafora della vita: assumono la forma più perfetta in natura (la sfera). Contengono tutti i colori con tutte le loro sfumature. Sono fragili e vanno trattate con cura. Sono formate da due degli elementi senza i quali la vita non può esistere (acqua e aria). Ma, soprattutto, durano sempre troppo poco... Già il semplice gesto di soffiare delle bolle di sapone, viene percepito dalla mente di un bimbo come una vera magia. Un attimo prima non c’è nulla e un attimo dopo... puff, ecco apparire una miriade di piccole sfere iridescenti, che danno l’impressione della solidità del vetro, ma che scompaiono in un lampo se cerchiamo di afferrarne una".
Narratore o illusionista?
"Tutto è nato proprio dal mestiere dell’illusionista; prima di dedicarmi alle bolle di sapone ho lavorato come prestigiatore per oltre 15 anni. Ed è stata la mia grande fortuna, perché la mia mente vive e vede le bolle di sapone più come un mezzo per creare un’illusione, che come un fine. Lo spettatore assiste ad una serie di effetti percepiti come ‘impossibili’ da realizzare con qualcosa di non manipolabile e non controllabile come una bolla di sapone. Il tutto poi è accompagnato dal racconto del vissuto personale mio e di Rolanda".
Ha girato tutto il mondo, chi ha visto più ‘sorpreso’ in sala?
"Ogni popolo esprime il proprio stupore in modi completamente diversi. I belgi? Non applaudono mai per non disturbare l’artista. I cinesi? Applaudono molto poco per la scarsa abitudine a vedere un’esibizione live. Italiani e spagnoli? L’esatto contrario, ma spesso lasciano i cellulari accesi e commentano ad alta voce pensando che dal palco non li senti. Gli americani? Hanno una profondissima cultura dello spettacolo dal vivo e sanno come dare la carica a chi sta su un palco; a patto che tu sia bravo. Chi si sorprende di più? Gli adulti in generale perché pensano, sbagliando, di assistere ad uno show per bambini".
Come si diventa maestri in quest’arte?
"Ho imparato tutto da solo grazie ai miei studi di chimica al liceo e all’università. Così ho inventato la mia formula delle bolle di sapone che uso e perfeziono tutt’ora".
Quali sono gli imprevisti che possono capitare?
"Quanto tempo hai per parlarne? Potremmo stare qui fino a dopodomani! Gli imprevisti capitano costantemente; questo è anche il bello dello spettacolo dal vivo. L’importante è avere una preparazione e un’esperienza tali da poter gestire in tempo reale l’imprevisto senza darlo a vedere".
E i migliori complimenti ricevuti?
"Quelli che mi colpiscono di più sono quelli che vengono da persone adulte quando mi dicono di essersi commossi. Oppure quelli che mi ringraziano per averli fatti tornare bambini per 80 minuti. Ma se proprio devo scegliere, il gradino più alto del podio del miglior complimento, lo conquista senza dubbio quello di un direttore di un teatro romano, che vi traduco dal dialetto: ‘Complimenti! Lo spettacolo è piaciuto così tanto che ho notato che, durante, nessun bambino si è alzato per andare in bagno!’".