La protesta in Consiglio: "Dimettiti" chiede la gente

Erano circa una quarantina le persone sugli spalti, ma non tutte hanno condiviso. Qualcuno ha poi gridato "Buffoni". Il presidente Medusei ha riportato la calma.

La protesta in Consiglio: "Dimettiti" chiede la gente

La protesta in Consiglio: "Dimettiti" chiede la gente

E’ stato un po’ movimentato il primo consiglio regionale dopo che è deflagrata l’inchiesta sulla corruzione. Il banco del presidente Toti era vuoto e il presidente dell’assemblea Gianmarco Medusei ha iniziato i lavori prendendo atto della sospensione dall’incarico di Toti e della sostituzione ad interim da parte del vicepresidente Alessandro Piana. Mentre davanti all’ingresso si sono radunati alcuni manifestanti. Sono comparsi una serie di cartelli con la scritta “Toti dimettiti”, mentre in aula stava parlando il consigliere indagato Mimmo Cianci della Lista Toti. Erano circa una quarantina le persone sugli spalti, ma non tutte hanno condiviso la protesta.

Successivamente si è levato il coro "buffoni, buffonì" mentre stava parlando un consigliere non coinvolto nell’inchiesta.

In entrambi i casi è intervenuto il presidente Gianmarco Medusei per riportare la calma.

"Contro mafia e corruzione in politica" è invece lo striscione di protesta srotolato dall’associazione ’Genova che osa’ davanti all’ingresso della Regione.

Gli attivisti hanno consegnato ottomila firme raccolte per chiedere ai gruppi consiliari di sfiduciare Toti. "Le firme si sommano ai 40mila messaggi online che, cumulativamente sono stati inviati a ogni persona eletta nell’assemblea come parte della campagna di pressione che l’organizzazione sta portando avanti – ha spiegato il portavoce Lorenzo Azzolini - ’Genova che osa’ da anni denuncia una città in mano a pochi privilegiati. Oggi le inchieste li hanno esposti alla vista di tutti, con i loro vizi e i loro lussi.

M.B.