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Cronaca

Kassandra realizza il sogno: "Sono una sirena"

Dal colpo di fulmine col cartone animato Disney all’esperienza professionale in eventi fantasy. "Il Borgo Fatato il mio preferito"

di Chiara Tenca

SPEZIA

C’era una volta una bambina innamorata della Sirenetta del film Disney. Da quel colpo di fulmine, ebbe ben chiaro il suo sogno: trasformarsi il prima possibile in una di quelle creature fantastiche. Passarono gli anni e ci riuscì, diventando una vera e propria sirena professionista. La ventenne spezzina, Kassandra Mauren che non svela il suo anno di nascita "perché non hanno età e non invecchiano", si può definire a tutti gli effetti così: vestire i panni (o meglio la coda) di questa figura mitologica, non è cosa da tutti, anzi.

Perché si definisce professionista?

"Prima di tutto, bisogna precisare che la mia coda, che ho personalmente realizzato in silicone, pesa tanto, circa 25 kg: per molte, esser una sirena significa solo indossarne una dopo averla acquistata, ma servono in realtà prestanza fisica e grande confidenza con l’acqua: per me è fondamentale aver fatto nuoto e apnea a livello agonistico".

Com’è passata dal sogno alla realtà?

"Dopo aver visto il film-cartone animato, guardavo sempre il mare al tramonto convintissima che prima o poi le sirene sarebbero spuntate dalle acque. Non è mai successo, ma a 18 anni, gironzolando su internet, ho visto un video in cui si mostrava come realizzare una vera coda da sirena: così da ottobre 2011 ho iniziato in modo sistematico ad esibirmi".

In quali contesti?

"Eventi pubblici e privati, ma anche festival, soprattutto dedicati al genere fantasy-medievale: sono ospite-performer e l’occasione a cui forse sono più affezionata è il Borgo Fatato di Tellaro, che solitamente si svolge a luglio, anche se quest’anno è saltata per il Covid".

Quindi, si rischia se non si è allenati?

"Certo, soprattutto dal punto di vista della sicurezza. Io stessa sono preparata, ma non riesco a fare spettacoli oltre le due ore".

Dove ha preso la coda?

"Me la sono realizzata da sola, anche perché in Italia non ci sono rivenditori e comprarla da quelli esteri sarebbe stato costoso. Ho una laurea di tipo chimico e ho unito queste conoscenze allo studio di protesi artistiche-cinematografiche. Devo ringraziare lo studio Weta Workshop, che ha realizzato effetti speciali per kolossal quali ‘Il Signore degli Anelli‘ e ‘I Pirati dei Caraibi’: hanno messo online un video in cui si mostrava come fare una coda in silicone".

Ne esistono di più pratiche?

"Ora ne stanno facendo in stoffa: sono meno faticose, anche per la manutenzione: una come la mia richiede trattamenti chimici e molti accorgimenti, anche per evitare la muffa; queste, invece…solo un lavaggio in lavatrice!"

Le manca qualche location particolare?

"Non ho potuto esibirmi in un acquario, perché avrei turbato l’habitat delle specie e scombussolato i ritmi riproduttivi. A Cattolica hanno dato ad una dipendente trasformata in sirena una vasca apposita, mi dispiace non aver potuto fare la solita esperienza".

Come reagiscono i bambini ai suoi spettacoli?

"Lo faccio per loro, ma hanno reazioni contrastanti: alcuni mi dicono che sono bellissima, chiedono di toccarmi la coda, invece quelli più piccoli a volte sono terrorizzati. Forse dipende anche dalle mie dimensioni: quando indosso la protesi, sono lunga circa tre metri".

Ma questo è davvero un lavoro da sogno o ci sono controindicazioni?

"A volte, questa professione fa attirare attenzioni indesiderate da persone malintenzionate: bisogna star attenti".

Dove la porterà questa vita da sirena in futuro?

"Insieme alla fotografa Claudia Minguzzi, che oltre ad esser spettacolare dietro l’obiettivo fa la sirena per hobby e condivide con me questa passione, e a Giordano Lombardo, giovane originario di Biassa, faremo in autunno dei corsi di mermaiding aperti a bambini e persone di tutte le età, con le misure di sicurezza. Le lezioni si terranno in Lunigiana. Inoltre, continuerò ad impegnarmi per valorizzare la Liguria: la amo tanto, bisogna esaltarne le bellezze nel rispetto delle sue caratteristiche".

Chiara Tenca