In mare senza barriere. Festival della vela solidale dalla parte dei più fragili

Presentata la decima edizione della kermesse in programma nel Golfo "Il segreto è prendersi cura uno dell’altro, nella vita così come in barca" .

In mare senza barriere. Festival della vela solidale dalla parte dei più fragili

In mare senza barriere. Festival della vela solidale dalla parte dei più fragili

Siamo tutti sulla stessa barca. Cioè siamo tutti nella stessa condizione, il più delle volte difficile e precaria. La vita è instabile come lo sono le onde del mare, o come lo è il soffiare del vento. A volte si procede veloci, altre volte si rimane imbrigliati nelle secche, in attesa di un alito di brezza che ci sospinga in avanti. Per mantenere la barra dritta fondamentale è la coesione dell’equipaggio. L’aiuto reciproco, il rispetto dei ruoli e dei diversi compiti che competono ad ognuno, sono elementi cruciali per il buon andamento della navigazione.

Il venir meno ai propri doveri o rompere l’armonia generale procurerebbe un danno anche a se stessi perché, appunto, si è tutti sulla medesima imbarcazione. Marco Tibletti - presidente dell’Unione Italiana Vela Solidale e della Nave di Carta - ricorre alla più classica delle metafore marinare per spiegare lo spirito di Marelibera, il grande festival della vela solidale. La decima edizione della manifestazione sarà ospitata nel nostro golfo dal 29 settembre al 1 ottobre. Nelle acque comprese tra Lerici e Portovenere si riuniranno moltissime barche a vela provenienti da tutta Italia, con a bordo persone con disabilità o fragilità.

"Il segreto è prendersi cura uno dell’altro – spiega Tibletti – Chi soffre della mancanza della vista o dell’udito, chi è in sedia a rotelle o chi soffre di un disturbo dello spettro autistico sulla terraferma vive una condizione in cui i suoi limiti gli sono continuamente ricordati. Lo stesso vale per chi viene da contesti svantaggiati. In barca, una volta che si sono mollati gli ormeggi, tutto assume invece una diversa connotazione". È ogni volta un’avventura, un viaggio che anche se molto faticoso permette di imparare molto, facendo squadra uno con l’altro. Si creano legami che poi diventano amicizie, si sperimenta una comunità dove tutti sono uguali a prescindere dalla loro condizione. Soddisfazione da parte del sindaco Peracchini, "il nostro Golfo è sempre stato solidale, ed è per questo il palcoscenico perfetto per iniziative di questo tipo. Le sosterremo sempre". Si riparte dal mare, per guardare con occhi diversi alla disabilità e alla fragilità. Oltre qualunque pregiudizio, perché il mare, tra le sue moltissime qualità, ha anche il potere di cambiare diametralmente una prospettiva.

Vimal Carlo Gabbiani