Tra trionfalismo e preoccupazione. I dati Istat sull’occupazione in Liguria relativi al secondo trimestre dell’anno – in aumento del 2,7% – hanno generato reazioni diversificate. Entusiastiche quelle del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, per il quale "sono quasi 17mila in più gli occupati rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: un dato che conferma lo stato di salute e di crescita dell’economia ligure, che fa registrare incrementi occupazionali al di sopra della media nazionale e del nord ovest". Più cauto invece il mondo sindacale. Per Luca Maestripieri, segretario generale Cisl Liguria, "se l’aumento di 16mila unità rispetto allo scorso anno è senza dubbio motivo di soddisfazione, così come l’incremento del numero di donne occupate, dal territorio continuano ad arrivare segnali che sarebbe sbagliato ignorare. Il primo è relativo a tre settori strategici per l’economia regionale come commercio, alberghi e ristoranti, che hanno registrato una flessione di duemila posti di lavoro. Il fatto che il turismo, a dispetto dei numeri relativi alle presenze, non riesca a incrementare il numero di occupati è un campanello d’allarme molto grave. La sensazione è che in Liguria continui a crescere il lavoro precario, spesso improvvisato, a danno dei contratti stabili. Dobbiamo incontrare subito la Regione per creare posti di lavoro stabili e di qualità, che non si dissolvano dalla sera alla mattina. Il confronto deve dare queste risposte e disegnare il perimetro di un patto per il lavoro buono in Liguria". Considerazioni analoghe da parte di Maurizio Calà, segretario generale Cgil Liguria, secondo cui "a una attenta lettura emergono alcuni elementi estremamente preoccupanti: restando alle percentuali, ad esempio, la Liguria con un tasso di disoccupazione del 6,3 per cento resta fanalino di coda del nord ovest. La Liguria sta diventando una regione a vocazione monotematica schiacciata sul terziario che occupa i tre quarti dell’occupazione" dice Calà, che pone l’accento anche sulla situazione del settore agricolo, "dove su 9.386 imprese registrate in Liguria, l’Istat certifica solo 4.480 occupati: in pratica più della metà delle imprese non denuncia occupati". Gli altri settori in cui si registra una "forte contraddizione" sono commercio e turismo dove nel secondo trimestre 2023 c’è stato un importante aumento degli arrivi e un aumento nelle presenze, dati ai quali non è corrisposto un aumento dell’occupazione, ma anzi una pesante contrazione. "Tutto farebbe pensare che in questi due settori, agricoltura e turismo, vi siano sacche di lavoro non dichiarato – commenta Calà –. Sul sistema economico ligure non c’è una capacità programmatoria delle politiche pubbliche e degli investimenti privati con il risultato che saremo costretti a subire gli effetti della conversione produttiva senza avere la capacità di orientare lo sviluppo economico verso settori a maggiore valore aggiunto in termini economici e occupazionali".
CronacaIn Liguria occupazione in crescita. Sindacati cauti
In Liguria occupazione in crescita. Sindacati cauti
Maestripieri (Cisl): "Bene, ma ci sono segnali da non ignorare. Serve un patto con la Regione".
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