In bilico tra food e shopping. L’analisi di Casarino: "Il mercato non si regola a suon di decreti e obblighi"

Il segretario della Camera di commercio smonta il pressing per avere un tetto alle licenze. Ma intanto propone un tavolo. E sposa piano del marketing e di massima occupabilità. .

"Non si può fermare il vento con le mani". Cita Seneca il segretario della Camera di commercio Riviere di Liguria Marco Casarino per tratteggiare lo scenario di grande trasformazione che sta vivendo la città. Il passaggio sempre più marcato verso il turismo come uno degli asset su cui sviluppare l’economia spezzina crea delle grandi opportunità ma inevitabilmente genera anche scompensi, perché per qualcosa che cresce c’è sempre qualcosa che diminuisce. Chi è protagonista di una ascesa che sembra inarrestabile sono i ristoranti – passati dalle 480 unità del 2019 alle 553 del 2023 – mentre sono in flessione, soprattutto nel centro storico, i negozi che si occupano del commercio al dettaglio di prodotti che non riguardano la somministrazione di cibi e bevande.

Segretario, recentemente alcuni commercianti hanno sollevato il problema connesso a una monocoltura basata sul turismo. È un rischio reale?

"Il turismo è ormai un dato di fatto per Spezia. Un qualcosa con cui fare i conti in maniera stabile, ce lo dicono tutti gli indicatori. In questo contesto è quasi fisiologico che crescano il settore della ristorazione e quello legato alla ricettività. Ho letto con attenzione le motivazioni della protesta dei commercianti del centro storico, che hanno chiesto l’istituzione di un tetto massimo all’apertura di nuovi bar e ristoranti. Ho apprezzato, nelle loro parole, la spinta propositiva ma non può essere quella la risposta. Per regolare il mercato non si può procedere attraverso un sistema di decreti e di obblighi".

Per salvaguardare una rete commerciale spesso costituita da negozi che hanno fatto la storia della città quali misure adottare allora?

"Applicando dei correttivi alla domanda di mercato. Per esempio a Spezia è ormai diventato estremamente difficile trovare un appartamento per un affitto di lungo periodo, quasi tutte le seconde case sono diventate dei bed and breakfast: agendo sul sistema di tassazione si potrebbe rendere conveniente per i proprietari anche la scelta di un canone tradizionale. Nel caso dei commercianti del centro, funzionale a un loro rilancio sarebbero la modulazione delle aperture, la creazione di un collegamento organico con il flusso dei turisti e l’organizzazione di eventi mirati ed efficaci nella valorizzazione di un prodotto di qualità. Una trasformazione forte che riguarda l’economia della città è in atto. Questo dato non si può cambiare, sarebbe come tentare di fermare il vento con le mani".

Come giudica il piano di marketing presentato dal Comune e la proposta di un piano di massima occupabilità del suolo pubblico lanciata da Confartigianato?

"Entrambe positivamente. Per cercare di governare la trasformazione e di non subirla c’è bisogno di una sinergia tra tutte le istituzioni. Il piano di massima occupabilità, già applicato in altre città turistiche, potrebbe essere uno strumento utile – attraverso la subordinazione del rilascio di concessioni di nuovo suolo pubblico a regole che tutelano il pregio di alcune aree cittadine – a garantire un giusto equilibrio nello sviluppo delle imprese".

Molti consumatori stanno acquistando con sempre maggior frequenza attraverso le piattaforme online. Per i negozi fisici competere con questi giganti non è facile.

"Per nulla semplice, andrebbe fatta una battaglia a monte sulla tassazione. Un centro storico che vede scomparire una dopo l’altra le proprie attività rischia però di perdere totalmente la propria identità. Ecco perché le questioni sollevate dai commercianti spezzini devono riguardare l’intera città. Auspico al più presto l’attivazione di un tavolo istituzionale che possa affrontare un tema non semplice ma di grande interesse pubblico".

Vimal Carlo Gabbiani