
Smaltata di fresco, sembra nuova ma rappresenta un pezzo di storia della Marina Militare, prima svolta solcando le onde poi come "palestra" formativa statica. Così l’ex nave Piave, tornata all’ormeggio nel seno del Varignano. Dopo un lungo periodo di lavori svolti in un bacino dell’Arsenale per ripristinare le condizioni di galleggiabilità in sicurezza, l’unità è tornata al suo posto, al servizio del Raggruppamento Subacquei ed Incursori "Teseo Tesei". Varata il 18 dicembre 1971 dai Cantieri navali Orlando di Livorno, fu consegnata alla Marina il 23 maggio 1973; per oltre 30 anni ha svolto innumerevoli missioni come nave trasporto acqua, principalmente a favore delle isole minori disseminate lungo le coste italiane. Terminato nel 2004 l’onorato servizio, nave Piave, rinominata CT 02 e qualificata come semplice galleggiante , ha trovato impiego, ancorata nell’insenatura del Varignano, come mezzo destinato alla formazione e all’addestramento dei Palombari e degli Incursori di Comsubin. Molteplici le esercitazioni svolte a simulzione di situazioni operative possibili: per l’antiterrorismo, per l’evacuazione ostaggi, per la bonifica da ordigni esplosivi, eccetera. Ciò durerà ancora 23 anni. In futuro entrerà in scena un nuovo modulo galleggiante concepito ad hoc, con tanto di poligono live (la cosiddetta shooting house). Tale moderna struttura, unica nel suo genere nell’intero panorama europeo, garantirà un elevatissimo ritorno addestrativo, grazie alla possibilità di esercitare profili complessi, in un contesto di assoluto realismo. Quale il futuro per l’ex nave Piave? Non si sa. Demolizione, forse. Ma una cosa è certa: l’unità, al suo interno, è bonificata, anche grazie ai lavori in Arsenale. E l’idea di una palestra subacquea, adagiata sul fondo del mare e messa in sicurezza, non sarebbe da escludere a priori.
C.R.