Il ’radar’ di Rosita non sbaglia mai Così la cena della Vigilia è low cost

Al supermercato con una ’matriarca’ spezzina che stasera mette a tavola otto tra figli, nuore e nipoti

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di Vimal Carlo Gabbiani

Perlustra gli scaffali a passo svelto, si ferma, guarda, soppesa, e riparte. Quasi fosse munita di un radar. Rosita Pristoni è del mestiere, ha lavorato per tanti anni come commessa in un supermercato. Conosce tutti i trucchi. La disposizione dei prodotti, le coloratissime confezioni e le scritte ammiccanti - che spesso inducono la maggior parte di noi a infilare nel carrello generi alimentari di cui prima non conoscevamo neppure l’esistenza – non la confondono. Nessun fogliettino, nessuna lista della spesa, ma in testa un piano ben preciso. "Sono alla ricerca di quello che mi occorre per la cena di questa sera. Per la Vigilia, naturalmente, il protagonista deve essere il pesce".

Rosita, 73 anni, è la matriarca della famiglia. Rimasta vedova, questa sera riunirà alla sua tavola figli, nuore e nipoti, per un totale di otto commensali. "Come antipasto farò dei crostini imburrati con il salmone affumicato. Poi dei paccheri con sugo di calamari. Piatto forte due orate all’isolana. E per dolce delle frittelline di mele". Si preferisce, in questa come in tante altre famiglie, rinunciare a qualche regalo ma non a un pranzo speciale. "I doni sotto l’albero saranno solamente per i bambini. È il primo Natale in cui ci ritroviamo tutti insieme, gli ultimi li abbiamo passati sotto l’ombra lunga del covid. Va celebrato degnamente".

Alla fine lo scontrino sfiora i 100 euro, i prezzi sono molto aumentati nell’ultimo periodo. Secondo Federconsumatori del 13% rispetto all’anno passato. "Con un po’ di attenzione si può risparmiare attraverso le offerte – sottolinea Rosita –, noi pensionati dobbiamo fare bene i nostri calcoli per far quadrare il bilancio alla fine del mese". Al Carrefour di Via Santa Caterina, nel quartiere della Chiappa, a metà mattina sono soprattutto le nonne a farsi largo tra le corsie, alla ricerca degli ultimi ingredienti per le ricette delle feste. Sono loro le vere custodi delle tradizioni. "I piatti che faremo – dicono – sono gli stessi che preparavamo insieme alle nostre mamme quando eravamo giovani" Ravioli, cima, cappon magro, baccalà. Sapori antichi, che sono anche un omaggio agli antenati. Intorno al reparto del fresco si concentra la maggiore frenesia. Margherita Rosari, che ha voluto dare alla sua toilette e a quella del suo cagnolino una allegra nota fucsia, spiega di come si cerchi di tenere in equilibrio gusto e portafogli. "Dopo due anni ci riuniremo finalmente tutti insieme, saremo tredici. Come è possibile non festeggiare? La famiglia è l’unico valore prezioso che è rimasto nella nostra società. Abbiamo tagliato sugli oggetti, sui pacchetti da mettere sotto l’albero. Non sul pranzo di Natale, che deve essere fatto senza economie. Solo per le lasagne ho speso 30 euro, la cifra totale supererà abbondantemente i 200". Percorrendo i pochi metri che separano via Santa Caterina da via Monfalcone, dal supermercato si arriva alla macelleria Sommovigo, altro punto gettonatissimo per rifornire le dispense in vista dei banchetti delle feste. "Per noi questo – puntualizza Vittoria Galazzo– è il periodo migliore dell’anno. Ininterrottamente dal 1965, il 23 dicembre rimaniamo in negozio fino a tarda notte per preparare gli ordini che abbiamo ricevuto e farci oggi trovare pronti per le consegne ai clienti". La cima è il cavallo di battaglia del negozio, a testimonianza del valore delle tradizioni. "È un orgoglio pensare che i nostri prodotti saranno sulle tavole di tanti spezzini per i pranzi o le cene delle feste".

Pasti che in genere durano ore, dove spesso debuttano nuove fidanzate da presentare in famiglia e riappaiono dal nulla zii più o meno presentabili. In sottofondo i film a tema, sempre i soliti da decenni, trasmessi a ciclo continuo dalla tv, insieme allo scalpiccio dei più piccoli che a ogni portata si alzano da tavola per giocare. E poi la tombola, il torrone, i ricordi degli anni precedenti che riaffiorano. Il pranzo di Natale è una tradizione davvero inscalfibile alle mode, a cui, anche in tempi di crisi e al costo di qualche sacrificio, gli spezzini non vogliono per nessuna ragione rinunciare.