Il ponte verso la rimozione. Accelera la perizia sul crollo

Il progetto è pronto: conto alla rovescia per liberare l’accesso alla darsena La struttura sarà collocata a breve distanza per i check dell’incidente probatorio

Il ponte levatoio della darsena di Pagliari nella posizione attuale, dal 12 maggio 2021

Il ponte levatoio della darsena di Pagliari nella posizione attuale, dal 12 maggio 2021

La Spezia, 1 settembre 2022 - Quella del 6 settembre potrebbe essere una data decisiva sulla rotta della rimozione del ponte levatoio della darsena di Pagliari rimasto in sito, dopo il crollo, per esigenze giudiziarie connesse ai diritti difensivi. Quel giorno si incontreranno gli avvocati difensori e i consulenti tecnici degli indagati per chiamati dalla Procura a rispondere del cedimento della struttura, risalente al 12 maggio 2021; si incontreranno per discutere, tra l’altro, le modalità di prosecuzione dell’incidente probatorio con l’impalcato e i pistoni ricollocati a terra, in un’area a breve distanza da quella attuale.

Il progetto di rimozione, elaborato da tempo dall’Autorità di sistema portuale, è pronto. Ma la crescita in progress degli indagati – indotta dai rilievi mossi dai primi (secondo le dinamiche dello scaricabile) – e la necessità di garantire il contraddittorio tra le parti fondamento dell’incidente probatorio, ha comportato il mantenimento del reperto al suo posto. Pur senza entrare nel merito degli accertamenti svolti e da svolgere in ossequio al segreto istruttorio, dal fronte dei periti nominati dal gip Alessandro Garofalo e dei consulenti di accusa e difesa, sale una rivelazione: "Quel quel giorno potrebbero maturare delle novità".

Se lo augurano gli operatori delle imprese della nautica che gravitano sulla darsena e che dal 12 maggio dello scorso hanno visto dimezzarsi i fatturati per l’impossibilità di fruire della stessa al pieno sue potenzialità operative: il ponte, nella posizione in cui è, impedisce accessi e uscite delle unità da diporto con altezza superiore a quella tra il livello del mare e il bordo inferiore del ponte. Per alaggi e vari delle barche ’maggiori’, pre e post lavori alle stesse, gli operatori sono ricorsi ai trasferimenti terrestri, con prelievi e rilasci, sulla passeggiata Morin e in un’area fuori dalla darsena: soluzioni d’emergenza, definite dall’Autorità di sistema portuale, per contenere i disagi. Acrobazie, col ripercussioni pesanti: tempi più lunghi sulla tabella di marcia rituale, notevole incremento dei costi, clienti insoddisfatti.

Fin dal 12 maggio 2021, dall’ente di via del Molo veniva riferito: "Gli uffici stanno già progettando lo spostamento in sicurezza della struttura, in linea ovviamente con le tempistiche dettate dalle decisioni degli organi inquirenti che hanno sequestrato il ponte". Ad oltre 450 giorni dal crollo siamo ancora al palo. Di qui l’attesa per gli esiti del consulto giudiziario convocato a breve. L’incontro avverrà in un’aula dell’Università di Pisa. Fra le soluzioni allo studio per accelerare la perizia, oltre ai check al ponte ’steso’ a terra, quello di una scansione al laser della struttura per cristallizzare sulla carta il suo stato di fatto.

Corrado Ricci