Il lascito morale di Ferrazzi

Un successo al Dialma lo spettacolo di teatro civile “Il Rivoluzionario gentile”

Il lascito morale di Ferrazzi

Il lascito morale di Ferrazzi

La rivoluzione si può fare, ma non prima di averla fatta dentro noi stessi. Questo il messaggio e la grande eredità che Fabrizio Ferrazzi ha testimoniato con la sua intera esistenza. Prezioso lascito di cui oggi sono testimoni e divulgatori i giovani spezzine degli anni ’60 che sabato hanno riempito lauditorium del Dialma per ascoltare la storia "di un uomo che non ha mai rinunciato a essere se stesso, sempre fedele al proprio racconto". "Il Rivoluzionario gentile" è lo spettacolo di teatro civile, scritto e narrato dal regista Roberto Lamma, suo amico e legale, accompagnato dal commento musicale di Andrea Imparato, Glauco Bionducci, Silvio Rosi ed Emma Cortis; con e video di Andrea e Simone Grando. Un titolo ossimorico per una vicenda umana che assurge a storia emblematica di un’intera generazione. Figlio di una famiglia dell’alta borghesia spezzina, comproprietaria della storica banca ’Naef Ferrazzi-Longhi’ e di un’azienda agricola a Supersano (Lecce), Fabrizio ha dedicato la sua vita agli studi filosofici, approdando al messianesimo romantico polacco e all’attivismo politico proprio nei fervidi anni della nascita di Solidarnosc. Libero pensatore, signore d’altri tempi, uomo di grande cultura e intelligenza dalla spiccata empatia, sensibilità e innato garbo con cui sempre ha affrontato ogni sfida della vita. Anche quelle più dure e drammatiche. Ferrazzi attento alle problematiche politiche, sociali e religiose, pur non militando mai in un partito si è speso nelle battaglie per la democrazia, la libertà dei popoli, la pace e la tutela dell’ambiente. Studente liceale in mobilità ante litteram trascorre un anno in California seguendo la campagna elettorale di Bob Kennedy proprio nel momento dell’assasinio del fratello. Rientrato in Italia, dopo la laurea ne decide il perfezionamento in Polonia dove diventa lettore di lingua e letteratura italiana all’Università di Cracovia; qui partecipa attivamente al momento storico legato al sindacato operaio di Lech Walesa che rivoluzionerà la storia del popolo polacco e non solo. In Italia poi insegna storia e filosofia al liceo linguistico di Spezia lasciando segno e memoria nei suoi amati studenti. Prenderà parte alle manifestazioni contro il G8 di Genova, dove subirà un pestaggio alla caserma di Bolzaneto. Anche la sua ultima battaglia, quella contro la malattia, lo vedrà combattere con coraggio e grande dignità, in piena coerenza con se stesso e la sua storia, sino alla fine.

Alma Martina Poggi