Febbre del Nilo, un caso nello Spezzino

Anziana contagiata a Calice. L’Istituto zooprofilattico indaga sul possibile vettore

Personale sanitario

Personale sanitario

Calice al Cornoviglio (La Spezia), 6 luglio 2021 - Come sia arrivato il virus nello Spezzino è ancora oggetto di ipotesi. Di certo però c’è che da qualche giorno un’anziana residente a Calice al Cornoviglio è ricoverata all’ospedale Sant’Andrea dopo aver contratto la ‘West Nile’, chiamata più comunemente febbre del Nilo, una malattia trasmessa in prevalenza da zanzare e uccelli selvatici che nella maggior parte dei casi si presenta in forma asintomatica o con sintomi leggeri (febbre, mal di testa, nausea, vomito), ma che negli anziani e nei soggetti cronici o debilitati può portare a sintomatologie più gravi, col rischio di danni neurologici.

La donna, attualmente asintomatica, fortunatamente sta bene, ma il caso ha ovviamente fatto scattare i protocolli sanitari nazionali ad hoc, che vedono coinvolti in prima linea il Dipartimento di prevenzione di Asl5, l’Istituto zooprofilattico e il Comune di Calice in quello che risulta essere il primo caso di contagio da ‘West Nile’ registrato quest’anno in Italia.

"Nessun allarme" tendono a puntualizzare le istituzioni, che in questi giorni hanno avviato tutte le procedure necessarie non solo per indagare a fondo il fenomeno ma anche per evitare una possibile proliferazione delle zanzare. Già, perché al centro della vicenda c’è proprio l’insetto che, secondo le ipotesi che filtrano dagli ambienti sanitari, potrebbe aver dapprima punto un uccello migratore infetto, infettandosi a sua volta, per poi pungere e contagiare l’anziana donna, fungendo così da veicolo del virus. E se tuttavia il rischio di una proliferazione del virus è pressoché nullo – i vettori attraverso cui si propaga sono gli uccelli selvatici e le zanzare, le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo, mentre non si trasmette da persona a persona e non c’è dunque nessun rischio qualora si sia entrati in contatto con un soggetto infetto – le istituzioni vogliono vederci chiaro.

Così, l’Istituto zooprofilattico sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta ha avviato un’indagine entomologica per verificare l’effettiva presenza di zanzare infettate dal virus nel Calicese, ed è prevista anche un’attività di disinfestazione delle aree limitrofe a quelle di residenza della donna. Non solo. Il sindaco di Calice al Cornoviglio Mario Scampelli, su indicazione del Dipartimento di prevenzione di Asl5 ha vergato un’ordinanza con una serie di indicazioni da rispettare per evitare la proliferazione delle zanzare: nel testo si ordina di non abbandonare o depositare oggetti e contenitori dove possa accumularsi acqua piovana; di svuotare giornalmente o capovolgere qualsiasi contenitore d’acqua a uso comune, compresi i sottovasi portafiori; di coprire ermeticamente o con reti a maglia fitta i contenitori d’acqua come bidoni, cisterne, vasche di accumulo, e anche di svuotare le fontane e le piscine non in uso, o di "eseguire adeguati trattamenti larvicidi".

Una vicenda che tocca da vicino anche le donazioni di sangue. Il Centro nazionale Sangue alla luce dell’infezione segnalata sulla piattaforma per la ‘Sorveglianza delle arbovirosi’ dell’Istituto superiore di Sanità, ha diramato una circolare nella quale si dispone l’introduzione del test Nat Wnv sulle donazioni di sangue ed emocomponenti raccolte nella provincia spezzina. "Si richiama l’applicazione per i donatori che abbiano soggiornato anche solo per una notte nella provincia della Spezia" si legge nella circolare.