"Erano alla deriva, siamo intervenuti Abbiamo seguito le leggi del mare"

Il capomissione di Medici senza frontiere Matias Gil difende l’operato dell’equipaggio della Geo Barents. Sul cellulare il video dei soccorsi. Polemiche contro il decreto Piantedosi: "Colpisce chi già soffre"

Migration

"Colpire noi con queste misure, significa colpire queste persone". Matias Gil, capomissione di Medici senza frontiere, appena sceso sulla banchina di Calata Artom per coordinare lo sbarco dei 237 migranti a bordo della Geo Barents, difende l’operato del suo equipaggio. Per aver sfidato il decreto Piantedosi, il rischio è quello di incorrere in una multa di diecimila euro e un fermo della nave per i prossimi venti giorni. Dopo il primo soccorso in mare al largo della Libia, la Geo Barents avrebbe dovuto navigare senza ritardo verso il porto della Spezia, ma ha invece deviato dalla propria rotta per effettuare altri due salvataggi. "Abbiamo ricevuto delle richieste d’aiuto, ci siamo comportati secondo le regole del diritto marittimo" spiega il capitano. Parlando mostra un video sul proprio telefonino contente le immagini di una bimba in lacrime mentre viene tratta a bordo della nave, ripescata da sopra un gommone alla deriva nel Mediterraneo.

Quella stessa bambina sbarca ora nel porto spezzino con un grande sorriso, provocando l’applauso spontaneo dei volontari della Croce Rossa che hanno allestito delle tende termoriscaldate sulla banchina dove si svolgono le prime operazioni di assistenza sanitaria. Prima di tutto un tampone Covid, poi l’identificazione, fotosegnalamento, e qualcosa per rifocillarsi. Dalla passerella della nave toccano terra ed entrano subito nelle tensostrutture, hanno visi scavati, occhi stanchi e corpi provati da tante ore di navigazione: 237 persone di 22 nazionalità diverse, tra loro 29 donne e 87 minori (74 non accompagnati), compreso un bimbo che non ha ancora raggiunto l’anno di vita. Di questi, solo 23 dovrebbero rimanere nella nostra città. "Spezia – sottolinea il sindaco Pierluigi Peracchini – ospita tantissimi migranti e ogni giorno si prodiga per i più deboli. Ancora una volta abbiamo manifestato la nostra volontà di aiutare, perché le persone non sono oggetti. Ho chiesto al ministro Piantedosi la redistribuzione dei rifugiati in vari territori. Alcuni andranno a Genova, altri in Toscana, altri ancora in Piemonte". Il tema dell’immigrazione è fortemente divisivo nell’opinione pubblica, il sindaco ne è ben consapevole. "C’è chi vorrebbe ospitare in casa propria i migranti e chi invece ci insulta perché li aiutiamo. È la natura dell’uomo, purtroppo. Siamo disponibili ad accogliere la ventina di ragazzi minori non accompagnati e mi auguro che possano crescere e vivere serenamente". Chi sicuramente non difetta di generosità è Don Luca Palei, che da giorni lavora instancabilmente per preparare l’accoglienza.

Una macchina della solidarietà imponente, capace di trasformare in poche ore il Terminal 1, l’ex palazzo delle Dogane in Largo Fiorillo, in luogo accogliente dove i rifugiati che non partiranno subito per altre destinazioni, trascorreranno la notte. Un intero salone pieno di brandine per gli adulti, poi una stanza dedicata alle madri con i figli, e il piano superiore dedicato ai minori non accompagnati. A tutti sarà consegnato un sacchetto con due panini, uno al formaggio e uno con il tonno, un succo di frutta, una bottiglietta d’acqua e dei biscotti. Ai più piccoli saranno fatti trovare anche dei giocattoli, per tutti l’assistenza di mediatori, psicologi e volontari. Mentre la carità cristiana fa il suo corso, rimangono sullo sfondo le possibili sanzioni alla Geo Barents per aver violato il decreto Piantedosi. "Adesso la priorità è lo sbarco. – ha sottolineato il prefetto Maria Luisa Inversini – Dobbiamo prenderci cura di queste persone, poi la nave sarà sanificata. Una volta recuperati giornale di bordo e altri documenti, si faranno le opportune valutazioni".

Vimal Carlo Gabbiani