ALMA MARTINA POGGI
Cronaca

Ecco lo ’Sciacchetrà del migrante’: "Modello di integrazione sociale"

Pronte le prime 56 bottiglie dopo 2 anni di lavoro all’interno dell’azienza agricola Possa di Riomaggiore. La soddisfazione di Moussah, originario del Senegal. "Lavoro bellissimo, mi hanno regalato una nuova vita".

Per Giosuè Carducci è "l’essenza di tutte le ebbrezze dionisiache" e Gabriele D’Annunzio lo descrive come "profondamente sensuale". Dai riflessi ambrati e dal profumo inteso di passito, con note che richiamano il miele e un sapore armonico con retrogusto mandorlato, lo sciacchetrà è il prezioso nettare da sempre simbolo delle Cinque Terre che oggi acquista il sapore di un valore aggiunto. Dopo più di due anni di lavoro, infatti, sono pronte le prime 56 bottiglie dello ’Sciacchetrà del migrante’, il pregiato passito Doc dell’azienda agricola Possa di Riomaggiore, prodotto nell’ambito del ’Progetto IntegrAzioni’ che conta oggi ben 80 partner ed è nato grazie a un protocollo d’intesa siglato nel 2016 da Fondazione Carispezia con Caritas Diocesana La Spezia-Sarzana-Brugnato, Parco Nazionale delle 5 Terre, Confagricoltura e Confederazione Italiana Agricoltori.

"Si tratta di un bellissimo progetto di inclusione sociale – esordisce Linda Messini, vicepresidente di Fondazione Carispezia – che offre la possibilità a persone (che altrimenti sarebbero vissute in una situazione di fragilità e isolamento) di trovare una collocazione lavorativa e anche tutta la dignità che in esso il lavoro comporta. Confermo quindi il ruolo e la presenza di Fondazione in questa iniziativa alla quale in qualità di vicepresidente ne assicuro anche l’appoggio per il futuro". Il carico umano del progetto è sottolineato anche da don Luca Palei, direttore di Caritas e di Mondo Nuovo Caritas Odv. "Grazie a questo progetto la parola inclusione è diventata fatto concreto. Integrare vuol dire che io ti guardo come tu fossi un altro me, e la capacità di dire – spiega don Palei – che anche di fronte alle sfide possiamo ritrovarci insieme e non arrenderci e sono proprio questi nostri ragazzi che hanno infuso in noi questa carica, permettendoci di guardare con fiducia anche al tempo che verrà". Integrazioni è nato per rispondere ai bisogni dei più fragili offrendo nella nostra provincia percorsi mirati all’integrazione e all’inserimento socio-lavorativo con un significativo sviluppo nell’area del Parco nazionale delle 5 Terre per la realizzazione e ripristino dei tipici muretti a secco.

"Questo progetto – racconta Patrizio Scarpellini, direttore del Parco – è nato nel 2013 quando gli anziani hanno comunicato la loro difficoltà nel recupero in autonomia dei manufatti. Con loro, depositari di questa antichissima tecnica di costruzione e con don Luca abbiamo deciso di creare il primo corso di formazione per i giovani rifugiati che si trovavano sul nostro territorio e trasmettergli così un mestiere ma non solo". E’ infatti un percorso di accoglienza che sottende storie di solidarietà e condivisione con gli abitanti dell’intera comunità, in particolare con quella di Riomaggiore. Per la produzione dello sciacchetrà è stato ripulito oltre un ettaro di terreno terrazzato abbandonato metà di proprietà della diocesi e metà della azienda agricola Possa di Heydi Bonanini: "Questo progetto – dice Bonanini – ha vinto la sua scommessa e queste bottiglie anche se poche ci emozionano perché hanno permesso una stabilità lavorativa". "Sono contento di esserci– dichiara Moussah, originario del Senegal e in Italia da dieci anni ma ormai perfettamente integrato nella comunità di Riomaggiore – mi hanno assunto e insegnato tutto di questo mestiere faticoso ma bellissimo e, soprattutto, mi hanno regalato una nuova vita".