Dragaggi, allo sprint l’accordo con i muscolai Tra le tutele l’uso dei droni durante gli scavi

Il confronto all’interno dei mitilicoltori sull’assetto dei vivai al ’rientro’ nella rada interna dopo la ricollocazione temporanea fuori diga

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Il mosaico del nuovo porto, seppur lentamente e a volte con l’emersione di incognite impreviste, va componendosi. Tanti tasselli da incastrare con un ’collante’ impegnativo ma di forte tenuta quando si trova la quadra: l’ascolto di tutte le parti in gioco. Così l’impegno del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Mario Sommariva che, fra gli incontri in programma con data da fissare, ne ha uno con gli ambientalisti, in materia di dragaggio. Concluso l’accordo con Lsct sugli impegni reciproci per l’ampliamento e l’infrastrutturazione del molo Ravano (220 milioni di euro di investimenti privati e incremento occupazionali fra diretti e indotti di 694 unità a completamento delle opere), in attesa del risultato dei test sui fanghi da dragare ai fini della miscelazione col cemento per l’impiego nelle vasche di colmata, la partita prossima alla chiusura è quella dell’accordo con i mitilicoltori per la ricollocazione temporanea nella rada esterna dei vivai in pendenza dell’escavo. Questione di premure con la memoria al 2015, quando si verificò una moria di muscoli in coincidenza con i dragaggi effettuati senza rispettare le prescrizioni ma senza un accertamento di un nesso causale.

Non è un caso che fra i nuovi strumenti di cui vuole dotarsi l’Adsp ci siano anche i droni: questione di sicurezza e di controlli sull’esecuzione delle opere. "Ce la stiamo mettendo tutta per centrare l’obiettivo dello sviluppo del porto in armonia con la città. Con i mitilicoltori la trattativa è alle ultime battute e nulla posso anticipare, confidando in buone notizie a breve. La tutela del lavoro è al primo posto".

Il parto travagliato non è tanto tra le parti quanto all’interno della parte ’privata’, là dove le idee sul futuro non sono allineate fra tutti gli operatori. Il tema di analisi è quello della fruibilità degli spazi che potrebbero determinarsi nella rada interna all’atto della ricollocazione dei vivai nella misura in cui si apre, per effetto dell’arretramento delle boe della Marina per le prove di calibrazione delle bussole, la possibilità, di una traslazione degli impianti con potenziale creazione di un ’canale’ più ampio tra diga e vivai. Se così fosse, c’è chi vede di buon occhio soluzioni ai fini della fruibilità nautica. Ma altri sarebbero contrari. Unico dato certo al momento, i 36 milioni di euro stanziati per la progettazione dei dragaggi e l’asportazione di 800mila metri cubi di fanghi.

Corrado Ricci