Don Mignani sull’eutanasia "E’ lecita per un cattolico l’apertura a leggi che la regolino"

Il pensiero esposto in un covegno, insieme a un sondaggio fai-da-te

"Penso che per un cattolico sia lecito avere una apertura nei confronti dell’eutanasia e quindi della possibilità di avere una legge che la regolamenti". Così Giulio Mignani (nella foto), parroco di Bonassola, intervenendo al dibattito "Eutanasia e democrazia. Come ottenere il rispetto della libertà di scelta sul proprio fine vita?" organizzato ieri dall’associazione Luca Coscioni a Genova. Don Giulio in passato si era espresso a favore delle unioni civili tra omosessuali, aprendo alle famiglie arcobaleno, e aveva criticato lo sportello antigender della Regione Liguria. Un anno fa non aveva benedetto le palme come forma di protesta contro il documento della Congregazione per la dottrina della fede che vieta la benedizione delle unioni di coppie omosessuali "Questo tipo di apertura - ha continuato il sacerdote parlando di eutanasia - può venire certamente da una visione materialista della vita ma anche da una visione spirituale. Può sembrare assurdo ma invece è un grande rispetto della vita. Se io voglio rispettare la vita dell’essere umano non devo rispettare solo la sua vita biologica, che passa attraverso il corpo, ma anche la sua vita spirituale che passa attraverso la libertà, la sua capacità di autodeterminazione. Quindi se voglio rispettare una persona devo rispettare anche questa sua libertà".

Don Giulio ha sviluppato il suo intervento articolandolo in quattro prospettive di analisi: come cittadino, come ministro della Chiesa, come pastore in "cura d’anime" e come credente. Un pensiero profondo che poi si è fatto sintesi rispetto al tema del convegno, in parallelo ad una constatazione: esiste un fiume carsico di cattolici che chiedono un rinnovamento della Chiesa "ma come Chiesa - ha detto don Giulio – rischiamo di non accorgercene".

Il referimento è stato ad un sondaggio personalmente condotto in ordine alla posizione della Chiesa che concepisce la Vita come un dono di Dio e la considera un bene indisponibile e per questo considera inammissibile l’eutanasia, il suicidio assistito anche nei casi di malattie terminali, o in situazioni irreversibili di degrado, o di invalidità grave con sofferenze intollerabili. La domanda era: sei d’accordo? II 57 per cento ha detto di non condividere "per niente" l’indirizzo della Chiesa, il 21 per cento "scarsamente" mentre il 10 per cento si è detto "abbastanza d’accordo", il 7 per cento "totalmente" e il 4 per cento ha risposto "non saprei".