Detenuti, un garante per i diritti: "Un atto di civiltà e di rispetto"

Il Comune avvia l’iter per l’istituzione di una figura in grado di fare rete tra Villa Andreino e le istituzioni "Punto di riferimento per le necessità e le esigenze delle persone ristrette nella casa circondariale".

Una figura in grado di essere punto di riferimento delle persone attualmente ristrette nel carcere cittadino, e di fare da collettore tra la casa circondariale e le istituzioni per la promozione di percorsi di reinserimento, nell’ottica del recupero della persona, alla reintegrazione sociale e all’inserimento nel mondo del lavoro. Anche alla Spezia nei prossimi mesi sarà istituito il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale. A promuoverlo, il Comune guidato da Pierluigi Peracchini, che ieri in giunta ha gettato le basi per l’iter che, dopo il necessario passaggio in commissione consiliare, sarà poi portato all’attenzione del consiglio comunale per la sua approvazione. "Una figura che dovrà garantire la tutela dei diritti umani in contesti detentivi e facilitare il percorso di reinserimento sociale – sottolinea il sindaco Peracchini –. Un ulteriore segnale di attenzione da parte dell’amministrazione comunale verso i più fragili, ma anche di promozione di una società rispettosa dei diritti di ogni individuo". Un percorso nato dall’incontro con il garante regionale Doriano Saracino, e che ha visto l’amministrazione coinvolgere i vertici di Villa Andreino e della Camera penale della Spezia, al fine della massima condivisione dell’iniziativa.

"Il Garante rappresenta un doveroso atto di civiltà nel rispetto della dignità della persona. Dovrà essere il punto di riferimento per le necessità e le esigenze delle persone ristrette nelle strutture carcerarie, e avrà il compito di promuovere con le istituzioni progetti che puntino al reinserimento sociale – afferma Manuela Gagliardi, assessore agli Affari legali –. Siamo convinti della necessità di istituire questa figura di garanzia, crediamo ci sia la necessità di dare un sostegno a quelle persone che, ancorché abbiano commesso errori, vanno sostenute, rieducate e accompagnate verso un nuovo progetto di vita una volta uscite dalle strutture. Se una persona viene solo, difficilmente percepisce il disvalore di quello che ha fatto; dare gli strumenti per vivere nella società civile consente di ridurre il rischio che le persone cadano di nuovo in errore e commettano reati". Gagliardi tiene a precisare che il nuovo Garante "non avrà attività di controllo su quanto viene svolto all’interno delle strutture, ma opererà come anello di congiunzione tra tutto quello che riguarda la detenzione e il mondo esterno". Approvato il regolamento in consiglio, il Comune procederà a lanciare un bando per individuare il Garante: sarà un incarico di cinque anni e a titolo gratuito "Spero che in consiglio il provvedimento sia votato all’unanimità" aupica Gagliardi.

Matteo Marcello