Dall’abbandono ai riconoscimenti. L’oliveto recuperato trionfa a Milano

La scommessa vinta dell’imprenditrice Cheli: l’olio premiato in un prestigioso concorso internazionale

Dall’abbandono ai riconoscimenti. L’oliveto recuperato trionfa a Milano

Dall’abbandono ai riconoscimenti. L’oliveto recuperato trionfa a Milano

Dall’abbandono al premio "Bicchiere d’Oro" al Milan International Olive Oil Award 2023: è il successo di Antonella Cheli, ristoratrice proprietaria del ristorante-pizzeria Il timone e dell’antica osteria del Carugio a Porto Venere, che anno dopo anno, ha riportato alla produzione e all’antico splendore un uliveto che circonda il borgo marinaro arrivando ad aggiudicarsi il prestigioso riconoscimento. Una scommessa vinta, con molto cuore e attaccamento al territorio, alle sue bellezze e alle sue tradizioni, pagando il pegno dell’agricoltura eroica: fatica, verticalità e spesso poca resa. Una situazione resa ancora più intricata dall’abbandono, dai rovi, dall’incuria. Ci sono voluti circa vent’anni per far tornare in produzione questi alberi, dopo aver ripulito questi appezzamenti ricchi di meraviglia. Poi, ecco il miracolo. L’uliveto, formato da 480 piante su una superficie di circa 8mila mq, è stato riqualificato riportando alla luce le cultivar originarie: pignolla, razzola, lantesca. La produzione avviene in modo naturale, senza l’uso di agenti chimici, dalla coltivazione all’imbottigliamento; la potatura è a vaso policonico e viene effettuata in inverno sotto il soffio della Tramontana, la molitura avviene direttamente in giornata e a freddo presso il frantoio Lucchi e Guastalli di Santo Stefano Magra.

Un tesoro non solo per chi produce e per chi gusta quest’olio, ma anche per chi esplora questo angolo di Liguria. "Il nostro uliveto è parte integrante del panorama di Porto Venere – spiega Anna Cheli - . Che si arrivi qui via terra o via mare, subito salta all’occhio un’area verde che sovrasta la piazza e circonda il paese. Nella parte alta del borgo, la vegetazione arborea della macchia mediterranea lascia progressivamente il posto agli ulivi con i suoi riflessi argentati". La fautrice di questo progetto spiega come l’olio degli “Orti del Timone“ unisca meraviglia del territorio e professione, portando il prodotto direttamente nei piatti dei loro clienti. "Per noi che siamo ristoratori in Liguria da tre generazioni, l’olio è l’ingrediente degli ingredienti, materia prima che vale come l’oro. Così, quando qualche anno fa abbiamo acquistato pezzo dopo pezzo l’uliveto, abbiamo potuto coronare un sogno. Utilizzare nelle nostre cucine olio extravergine di oliva prodotto da noi, senza veleni o additivi è un valore aggiunto inestimabile. Non è semplice condimento, ma ingrediente in grado di completare un piatto, di conferire aromaticità e spessore a diversi piatti."

C.T.