
Il giudice Diana Brusacà ha inasprito la pena chiesta dalla procura
La Spezia, 21 luglio 2017 - HA ABUSATO più volte della figlia, senza alcun ritegno. Condannato a 9 anni. Il giudice Diana Brusacà ha inasprito quanto chiesto dal pm Federica Mariucci, dando una punizione esemplare al padre 35enne accusato di aver stuprato più volte la figlia, all’epoca dei fatti 11enne. Erano stati chiesti 8 anni, il giudice gliene ha inferti 9. Una storia da dimenticare, costellata da sevizie quotidiane che la figlia, a un certo punto, non è riuscita più a sopportare, scoppiando a piangere davanti ai compagni di classe.
Le maestre hanno voluto capire la motivazione che aveva portato la bimba a versare le lacrime davanti a tutti e hanno indagato, scoperchiando un vaso di Pandora dai risvolti tremendi. L’inferno patito dalla 11enne è venuto fuori dalla scuola che frequentava la bimba, in Toscana: le maestre, dopo aver scoperto il calvario che stava vivendo la piccola donna, hanno riferito quanto lei aveva raccontato prima ai famigliari, poi al personale dell’ufficio protezione minori della divisione anticrimine della questura di Spezia, perché i fatti, nel 2014, erano avvenuti in città. Ieri, per il padre ‘orco’, latitante, è arrivata la batosta dal tribunale di Spezia, nel collegio presieduto da Brusacà, con a latere i giudici Fabrizio Garofalo e Giacomo Nappi.
TEATRO delle sevizie la casa dove viveva la piccola assieme al padre. Il 35enne, secondo le indagini del pm, avrebbe più volte abusato della piccola, approfittando dell’assenza della madre, fuori spesso per lavoro perché di professione badante.
TRE ANNI fa la bimba venne ascoltata dal gip e confermò i sospetti che avevano destato le preoccupazioni della madre e dei parenti, spiegando gli abusi che subì dal padre. La giovane, all’interno dell’aula protetta per minori del tribunale spezzino, nell’ambito dell’incidente probatorio chiesto dal pm Marinucci, spiegò dettagliatamente come e quando sarebbero avvenuti i palpeggiamenti subiti dal padre, fino alla violenza sessuale. Un reato che sta angustiando una città che ogni settimana deve avere a che fare con questi episodi tragici e che vorrebbe lasciarsi definitivamente alle spalle.