"Compensi non dovuti". Il presidente di Atc nel mirino dell’azienda

Dal 2018 al 2021 ha ricevuto una retribuzione pur essendo in pensione. Pochi giorni fa l’avvio di una missiva per il recupero degli emolumenti.

"Compensi non dovuti". Il presidente di Atc nel mirino dell’azienda

"Compensi non dovuti". Il presidente di Atc nel mirino dell’azienda

Il bubbone è scoppiato solo pochi giorni fa, con una raccomandata formale che annuncia l’avvio delle procedure di recupero degli emolumenti conseguiti nel triennio compreso tra l’aprile del 2018 e il giugno del 2021. Nel mirino è finito Gianfranco Bianchi, storico ex presidente di Confcommercio, ma che dalla primavera di sei anni fa a oggi ha ricoperto per due mandati la carica di presidente del consiglio di amministrazione di Atc Esercizio. A distanza di anni, l’azienda del trasporto pubblico locale gli contesta di aver incassato complessivamente circa 30mila euro lordi di retribuzione nonostante fosse in pensione: una circostanza vietata dalla legge, nella fattispecie il decreto legge 95 del 2012, contenente le “disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini“. Tutto ruota attorno al comma 9 dell’articolo 5 del decreto, che vieta alle pubbliche amministrazioni di attribuire incarichi dirigenziali o direttivi o cariche in organi di governo a soggetti già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza, e che specifica come i medesimi incarichi, le cariche e le collaborazioni siano "comunque consentiti a titolo gratuito". Di fatto, a Bianchi viene contestata solo la retribuzione ottenuta nel corso del primo mandato, dal 2018 al 2021, mentre per il secondo mandato, iniziato il 29 giugno 2021 e in scadenza la prossima primavera, il presidente non ha ottenuto alcuna retribuzione, proprio in linea con quanto prevede il decreto. Insomma, una vicenda che si trascinava avanti da tempo ma che solo ora pare sia finita all’attezione degli uffici di via Leopardi, gli stessi che su mandato dell’attuale amministratore delegato Francesco Masinelli nei giorni scorsi hanno fatto partire la raccomandata all’indirizzo del presidente. Masinelli, che proprio mercoledì ha rassegnato le proprie dimissioni per raggiunti limiti d’età dal ruolo di direttore generale dell’azienda, contattato da La Nazione ha confermato la vicenda. "Abbiamo notificato tramite raccomandata l’avvio della procedura di recupero – spiega l’amministratore delegato –. È data la facoltà di produrre documenti che dimostrino che gli emolumenti erano dovuti". Gianfranco Bianchi, contattato dal nostro quotidiano, ha preferito non commentare l’episodio che lo vede coinvolto, anche se secondo indiscrezioni si sarebbe già rivolto a un avvocato per controbattere a quanto sostenuto dall’azienda. Di certo, la vicenda non si esaurirà con il possibile braccio di ferro sulle retribuzioni: l’azienda potrebbe far partire un’indagine interna per verificare eventuali responsabilità sulla mancata vigilanza delle procedure.

Matteo Marcello