
Cittadini in trincea. Oltre 1300 in corteo per il diritto alla salute: "La pazienza è finita"
Non un punto di arrivo ma una tappa di un lungo percorso, iniziato mesi fa con l’organizzazione di incontri e conferenze in tutto il territorio provinciale. Ci avevano lavorato davvero molto, i vertici del neonato fronte comune "Insieme per la sanità pubblica" – soggetto che riunisce sotto la sua sigla la Cgil e numerosi comitati e associazioni – alla buona riuscita della manifestazione. Alla fine a percorrere le vie del centro, partendo da piazza Brin per arrivare sotto Palazzo civico, sono in più di 1300. Un risultato che lascia molto soddisfatti gli organizzatori, con l’auspicio che in futuro la partecipazione sia ancora più ampia. "Siamo in piazza in difesa della sanità pubblica – dichiara il portavoce Gino Di Sacco – è una battaglia che non si può vincere senza una forte presa di posizione dei cittadini e dei lavoratori. È imprescindibile per far arrivare forte e chiaro il messaggio ad una politica che spesso si è mostrata sorda e inconcludente". Parole forti, pronunciate davanti al comune della Spezia, e che partono dal presupposto che la sanità locale sia la Cenerentola di tutta la Liguria. "In provincia – sottolinea il segretario provinciale della Cgil Luca Comiti – per ogni operatore sanitario dell’Asl 5 ci sono oltre 90 spezzini da accudire, mentre lo stesso calcolo porta, per esempio in provincia di Savona, ad un sanitario ogni 58 abitanti. È dietro i vuoti di organico che si formano lunghissime liste d’attese. La gente poi è costretta a non curarsi o a rivolgersi al privato". Folta la rappresentanza di rappresentanti politici dell’area del centrosinistra, che sin da subito si sono posti come interlocutori del movimento.
"Genova ha sempre avuto un atteggiamento prevaricante - dichiara Roberto Centi di Leali - per cui accade il paradosso che i circa 3.5 milioni di avanzo di amministrazione 2023 dell’Asl 5 servano a coprire parte dell’enorme debito del San Martino. Tutto questo nel più completo silenzio del sindaco Peracchini". Questa manifestazione, viene più volte ribadito, è l’inizio di una grande vertenza pubblica sulla sanità, che non si fermerà "sino a quando non si avrà la certezza ci sia una decisa inversione di rotta". In attesa che finalmente venga costruito il nuovo ospedale.
Vimal Carlo Gabbiani