"Sono stato operato in ritardo e ci ho rimesso un pezzo d’orecchio"

La rabbia di un paziente: "Cinque mesi di attesa prima dell’intervento"

Augusto Buonafalce

Augusto Buonafalce

San Terenzo, 29 luglio 2015 – Qualche centimetro di orecchio, almeno 400 euro di taxi, tanta pazienza, e ancor più fiducia, andati persi in cinque mesi di rimpalli da un dottore a un altro, tra varie strutture ospedaliere, esami forse discutibili, per quella che è una forma abbastanza comune e curabile di tumore alla pelle, l’epitelioma basocellulare. Protagonista della vicenda un 85enne residente a San Terenzo, Augusto Buonafalce. A fine febbraio il signor Augusto si accorge di avere una piccola crosticina sull’orecchio sinistro. Di lì a qualche giorno si rivolge al suo medico di famiglia che gli diagnostica subito la forma tumorale. Prossimo appuntamento dal dermatologo il 19 marzo a Sarzana.

La diagnosi è sempre la stessa: epitelioma e conseguente exeresi. Il signor Buonafalce prova a fissare la visita successiva telefonicamente al numero che gli è stato indicato, ma non risponde mai nessuno. Così, decide di andare di persona al poliambulatorio di Bragarina, terzo piano. "Accompagnato dalla badante vado lì per protestare – racconta –. Senza essere ricevuto mi consegnano nel corridoio un foglietto con appuntamento per due mesi dopo: il 21 maggio alle 12.40". Forse troppo per una forma tumorale. Ma non solo. Ai due mesi si aggiungono anche innumerevoli analisi.

Infatti, quello che viene fuori dalla tanto agognata visita a Chirurgia plastica è che la crosticina inizialmente di un centimetro è diventata una ‘neoformazione cutanea ulcerata’ di tre. L’85enne si sente così dire che dovrà essere sottoposto a un’escissione in anestesia locale e alla ricostruzione con lembo locale con eventuale sedazione in ‘one day surgery’. La settimana successiva l’anziano deve presentarsi all’ospedale di Sarzana per l’infinita serie di esami. Quella dopo ancora, al poliambulatorio della Spezia per un appuntamento con l’anestesista. Ancora non si sa la data dell’intervento. Arriviamo dunque al primo luglio senza che il signor Buonafalce sia stato operato. L’orecchio gli fa male, è ulcerato: "Decido di rivolgermi al pronto soccorso della Spezia per una medicazione".

Dal Sant’Andrea lo trasportano in ambulanza al Felettino per una visita dermatologica. Vista la gravità delle condizioni, lo specialista telefona al chirurgo perché decida al più presto il da farsi. Si inzia forse a vedere la fine di un calvario: l’operazione è fissata l’8 luglio. Sennonché, pochi giorni prima il medico responsabile constata che ormai una plastica con trapianto di tessuto non è più fattibile. Sarà invece necessario amputare la parte. "Avrebbero dovuto sapere che in due mesi la forma tumorale sarebbe peggiorata", lamenta il signor Angelo. Non tanto per fattori estetici, quanto per l’essere dovuto andare per mesi di qua e di la a 85 anni, vedendoci poco e dovendosi far sempre accompagnare. Per poi rimetterci anche un pezzo di orecchio che poteva essere semplicemente curato.