FABIO BERNARDINI
Cronaca

Bonanni nella Hall of Fame: "E’ davvero un orgoglio"

Una vita nello Spezia, secondo per numero di presenze in maglia bianca. Il riconoscimento prima della sfida di venerdì sera al Picco contro la Cremonese.

Gian Paolo Bonanni

Gian Paolo Bonanni

Una vita nello Spezia, un’autentica bandiera che ha onorato per oltre un decennio i colori bianchi. Lui è Gian Paolo Bonanni, classe 1948, 414 presenze con la casacca delle Aquile (il secondo nella storia, se si considerano anche le gare di Coppa Italia), a cui spetta un posto speciale nella Hall of Fame del club bianco. Bonanni, venerdì sera, in occasione del match contro la Cremonese entrerà nella Hall of Fame dello Spezia.

Quali sensazioni?

"Fa piacere che, dopo tanti anni, si siano ricordati di me. Voglio condividere questo riconoscimento con i miei compagni che mi hanno consentito di raggiungere l’ambizioso traguardo di oltre 400 presenze con lo Spezia. E’ un premio collettivo della squadra. Ho avuto la fortuna di avere dei compagni con i quali sono sempre andato d’accordo. Mi fa piacere che questo riconoscimento sia dato anche a Osvaldo Motto che è stato il mio capitano, con il quale ho condiviso dieci anni di vita sportiva e a Gianni Zennaro, un gran signore che ha sempre avuto parole belle per lo Spezia e per noi giocatori. Mi piace ricordare gli allenatori che mi hanno insegnato a essere uomo: Salvietti, Tommaseo, Magistrelli, Malavasi, Corradi, Corelli, Sonetti, Scoglio".

Oltre dieci anni di battaglie con la casacca bianca, un qualcosa di leggendario.

"Da spezzino è un orgoglio e un onore aver vestito la maglia della mia città. Dopo il settore giovanile a 19 anni sono andato in prestito al Ligorna per tornare nel 1969 in prima squadra, con l’indimenticabile debutto a Olbia in C. Da lì in poi, ben dodici campionati disputati con le Aquile, fino al 1981, con oltre trenta partite giocate in ogni stagione. I momenti più belli sono stati tanti: il mio primo gol contro il Rimini, al ‘Picco’ e poi il grande campionato con mister Sonetti, con il suo calcio innovativo impostato sul fuorigioco. Indimenticabile la promozione in serie C1".

I ricordi con la gente del ‘Picco’?

"Io sono grato ai miei conterranei perché mi hanno sempre sostenuto. Io nativo di Riomaggiore, sono cresciuto sul piazzale della chiesa, quando ho visto per la prima volta il ‘Picco’ ne sono rimasto abbagliato. Il mio desiderio da ragazzo era di giocare almeno una partita nello Spezia, diciamo che ho esagerato. Il ‘Picco’ dà sempre una spinta incredibile, la gente è trascinante, dai miei tempi a ora non è cambiato niente, il rapporto empatico tra tifosi e la squadra è eccezionale, la carica che ricevono i giocatori dagli spezzini è qualcosa di unico".

È rimasto molto legato allo Spezia?

"L’ho sempre seguito da tifoso è la mia squadra del cuore".

Quando venerdì riceverà l’ovazione della folla cosa proverà? "Dopo tanti anni rimettere piede in campo mi susciterà, probabilmente, un po’ di commozione, sarà come ritornare a casa, anche se ora questa casa è diventata una villa rispetto a quando giocavo".

Venendo all’attualità, sogna la serie A?

"Nonostante lo Spezia non abbia ottenuto la promozione diretta c’è da fargli un plauso perché ha disputato un campionato eccezionale. Con l’avvento di D’Angelo, la squadra ha avuto un rendimento davvero notevole. Gli spareggi promozione saranno una lotteria, dispiace perché con tutti quei punti fatti lo Spezia avrebbe meritato il salto di categoria. Il fatto di essere terzo in classifica qualche vantaggio lo darà, speriamo che la fortuna si ricordi dei colori bianchi, visto che durante la regular-season sono stati colpiti ben 23 pali, un autentico record".

Fabio Bernardini