È passata la mozione, nel corso dell’ultimo Consiglio comunale di Porto Venere, per frazionare in un numero maggiore di lotti i beni che saranno messi per la terza volta all’asta sull’isola Palmaria. A promuoverla, la consigliera della lista ’La Civica’ Francesca Sacconi. "L’idea è, da una parte, di non fare un ulteriore ribasso e dall’altra di ‘spacchettarli’, passando da due a cinque-sei lotti – spiega –: per me è una bella soddisfazione, si tratta di una pagina di opposizione costruttiva e ragionata, pur restando io contraria alla vendita di questi beni. Per me la strada sarebbe stata quella di tenere parte di questi lotti e metterla a reddito. Il fatto che la mozione sia stata votata quasi all’unanimità, dimostra la sua bontà". Resta il nodo Masterplan. "Dovrà cambiare il Puc, altrimenti – continua Sacconi – sarà inapplicabile. Non vedo la cosa fattibile a breve termine".
E anche l’altro consigliere di opposizione della lista civica Paolo Negro, interviene sul tema. "L’amministrazione comunale approverà ancora una volta un piano delle opere senza gli interventi previsti dal ’masterplan’, che quindi non si farà. I soldi delle alienazioni, infatti, andranno a finanziare alcuni cantieri alle Grazie, Fezzano e Porto Venere: l’accordo di programma prevede che in caso di mancata attuazione del piano, gli immobili tornino al demanio, ma Comune e Regione hanno già speso centinaia di migliaia di soldi pubblici per incarichi tecnici, oggetto di attenzione della Corte dei Conti nell’istruttoria 45/19". Interpellata tramite l’ufficio stampa, la sindaca Francesca Sturlese non ha risposto. Negro, intanto, formula il suo ’j’accuse’ sul crollo che si è verificato al Pozzale nelle scorse settimane, portato alla luce dal nostro giornale. "L’abbandono è funzionale alla sua privatizzazione. Quando con la Pro Loco Palmaria andavamo a pulire cava Vissey e la spiaggia dei Gabbiani, il Comune si rifiutava persino di darci i sacchi dell’immondizia, nonostante avesse il magazzino pieno. Quando cercammo di costituire una cooperativa di giovani residenti disoccupati che si occupasse della messa in sicurezza del territorio, l’ex sindaco Matteo Cozzani ci rispose che non ci avrebbe dato l’autorizzazione per toccare un sasso, ignorando pure tutte le email di Lega Coop, che alla fine virò a finanziare altri progetti. Associazioni locali, turisti e consiglieri comunali segnalarono più volte i pericoli. Ci rivolgeremo alla Corte dei Conti".
E anche il movimento ’Palmaria Sì Masterplan No’ fa sentire la sua voce, con una nota intitolata ’Un silenzio assordante’. "Nonostante le ripetute richieste sulle questioni aperte riguardanti l’isola Palmaria la sindaca di Portovenere sembra non voler affrontare nessun contraddittorio. Nessuna risposta alle nostre richieste di ripristino del percorso pedonale al Pozzale. Nessuna risposta alle richieste di incontro (inviate sulla pec del Comune) per discutere le nostre proposte sull’Isola Palmaria. Nessuna risposta alle richieste di chiarimenti per la chiusura dell’ostello e della torre Umberto primo. Nessuna risposta alle ragioni per cui è lasciato in abbandono l’orto botanico. Nessuna risposta alle richieste di riattivazione del parco e del suo personale. Parlare con il muro può forse dare più risultati. Siamo sconcertati dal silenzio della pubblica amministrazione e temiamo che le richieste imprenditoriali abbiano più voce delle nostre, più voce dei cittadini e delle associazioni che da sempre si occupano del territorio. Prova ne è che il privato che sta realizzando lo stabilimento a Carlo Alberto ha chiuso un passaggio pubblico senza alcuna autorizzazione e nell’indifferenza dei tutori del bene pubblico. Le nuove aste intanto si faranno e gli introiti, a quanto abbiamo appreso dal Consiglio Comunale, non verranno spesi per l’isola ma serviranno per altre opere nelle frazioni e per estinguere mutui".
Chiara Tenca