Arsenale, la mappatura dei reperti Una sala storica attigua al museo

Avviato il progetto per la catalogazione dei beni culturali legati all’attività produttiva e manutentiva. A guidare la ricerca è l’ammiraglio Nascetti. L’ex fonderia individuata come location espositiva

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Una sala storica nel futuro dell’Arsenale per fare memoria della sua mission industriale al servizio della Marina Militare e fare della stessa un’attrazione culturale potenzialmente ’saldabile’ all’offerta del Museo Navale. Dal dire al fare c’è di mezzo, è quanto mai il caso di dire, il mare. Sulla prospettiva del recupero a fine espositivo di reperti arsenalizi si parla da anni. Così come del rilancio del Museo Navale (prossimo, dopo le manifestazioni di interesse, il bando sulla rotta di una gestione imprenditoriale in partnership con la Marina). Ma forse questa è la volta buona. L’innesco è stato dato da una circolare del Ministero della Difesa a tutti gli enti dipendenti per dare corso al censimento dei beni materiali in disuso per verificarne la possibilità di valorizzazione in luogo della rottamazione. Della serie: cerchiamo di fare cassa. Il direttore dell’Arsenale, il contrammiraglio Giuseppe Scorsone, ha colto nell’input un’occasione per andare oltre la mera operazione economica per sviluppare un percorso culturale. Spiega: "Il primo passo è stato quello di adibire a magazzino l’ex officina Siluri, la cui operatività è stata assorbita dal Cima di Aulla. Lì da alcune settimane vanno concentrandosi vari reperti nella prospettiva della loro catalogazione e acquisizione al Museo Navale. Un’operazione concertata col direttore di questo, Leonardo Merlini. E’ così iniziata la ricerca sul campo: a guidarla è l’ex direttore dell’Arsenale Dino Nascetti, nella sua nuova veste di consulente del Capo di Stato Maggiore della Marina Militare". Sul resto la partita è aperta.

Di certo Nascetti l’altro pomeriggio ha lasciato a bocca aperta i partecipanti alla conferenza promossa dal Lions Club "Val di Vara" in sala Dante, introdotto dal presidente Paolo Pezzani. Titolo: "I tesori dell’Arsenale". Questi sono stati illustrati in una serie di 93 slide (la maggior parte montate sulle foto d’autore di Andrea Pavan) dalle quali è emerso che le potenzialità di recupero vanno ben oltre i confini di una ’Sala storica’; ci sono anche scafi (piccoli e grandi) carichi di vissuti che meritano di non essere dimenticati: dal pontone giunto dagli States sull’onda del piano Marshall alla feluca San Giuseppe 2 che portò per prima il Tricolore nell’Antartide 1971, dal leudo Felice Manin salvato nel 1998 dalla demolizione a Chicago a lance e motobarche di legno (già in parte adibiti a palestre didattiche per i ragazzi del polo Marconi e del Cisita). Per non parlare dei sommergibili che, causa vetustà e tentennamenti, hanno perso il treno della musealizzazione (c’è ora attesa di quelli di futura dismissione: il primo del 2027). Difficile ipotizzate in tempi brevi restyling e futuri espositivi del resto degli scafi.

"Ma intanto è bene che si sappia, al di là degli addetti ai lavori, la vastità del patrimonio storico custodito in Arsenale" ha detto Nascetti illustrando le ricerche in atto alla scoperta di reperti: "L’esplorazione è solo al venti per cento; il materiale sta crescendo nell’ex officina Siluri, la catalogazione è in corso". Ci sono le macchine utensili con le quali gli arsenalotti hanno compiuto prodezze col ferro e il legno, vecchie macchine da cucire per confezionare le vele al Vespucci, il navipendolo per calcolare la stabilità delle navi, una marea di stampi della fonderia. A quel punto il discorso è andato su questa struttura segnata dal tempo ma dall’architettura liberty che ben si presterebbe a contenitore espositivo, previa ristrutturazione. Ne ha parlato lo stesso Nascetti indicando le sue potenzialità logistiche: "In prossimità del Museo navale, non interferente con l’attività operativa, capace di essere parte di un percorso di conoscenza con indubbie potenzialità di attrazione turistica".

Sogni, per ora. Ma i fermenti attorno potrebbero avere effetti propulsivi: vedi il recupero dell’archivio del personale civile dell’Arsenale. Intanto si è insediata la commissione deputata al vaglio del materiale; la costituiscono il capitano di fregata Fabrizio Viotti, assistente del direttore Scorsone e le dottoresse Alessia Canaccini (consulente giuridico) e Maria Pia Tropia (capo servizio Affari generali).

Corrado Ricci