
Ermanno Baldini e Maria Gabriella Malpezzi, durante il corso della loro vita insieme, hanno condiviso la passione per la civiltà lunigianese, andando alla ricerca, per borghi e mercati antiquari, di manufatti legati al mondo contadino e artigianale del passato. I due coniugi hanno deciso adesso di donare numerosi oggetti al Museo Etnografico spezzino. "Le nostre collezioni civiche si ampliano e si arricchiscono sempre di più – dice il sindaco Pierluigi Peracchini - grazie alle donazioni dei cittadini che con spirito civico e appassionato di condividere la conoscenza e la cultura dimostrano una grande sensibilità. Grazie a Ermanno Baldini e Maria Gabriella Malpezzi, infatti, la selezione dei manufatti locali del museo civico ‘Giovanni Podenzana’ si arricchisce con 70 oggetti che saranno esposti nella sala di via del Prione per poter essere ammirati da tutti". Baldini, spezzino classe 1932, ha sempre amato tanto la sua città. Dopo la laurea in medicina e chirurgia nell’ateneo genovese ha ricoperto, fin dagli anni Settanta, incarichi importanti: dapprima primario di Ortopedia all’ospedale Sassocorvaro di Pesaro, successivamente è tornato in Lunigiana negli ospedali di Pontremoli e Fivizzano per poi essere nominato primario di Ortopedia e Traumatologia all’ospedale Sant’Andrea fino al 1999, anno della sua pensione. Dal 2002 è accademico della Academy of Sciences of Caucasian People con sede a Kutaisi, in Georgia, dove Baldini ha svolto la sua opera di sensibilizzazione e divulgazione sull’uso delle protesi. La moglie Maria Gabriella Malpezzi è nata ad Aulla nel 1945, ha conseguito la laurea in Scienze Politiche ed ha partecipato alla vita politica e amministrativa della Lunigiana, della provincia di Massa Carrara e della regione Toscana. Trasferitasi alla Spezia nel 1990 ha iniziato a lavorare in municipio, divenendo capo della segreteria del sindaco fino al pensionamento nel 2007.
Tornando alla donazione, numerosi sono gli oggetti d’uso domestico usati dalle donne come setacci, macinacaffè, fusi e fuselli, e gli arnesi da lavoro (trapani a mano, scortecciatore e altro). E poi un piccolo arricciacapelli di ferro, che bisognava arroventare sul fuoco, l’antenato delle moderne piastre elettriche e i mortaretti, cilindri metallici piuttosto pesanti con un foro nel mezzo, che sono oggi sostituiti da più comodi e maneggevoli cilindretti di cartone.
Marco Magi