REDAZIONE LA SPEZIA

"Altolà alla vendita di 57 alloggi popolari alla Spezia" Sindacati degli inquilini contro i propositi del sindaco

Sullo fondo il lamento: "Siamo andati a parlargli dell’emergenza e ci ha tenuto all’oscuro"

Il 17 febbraio scorso i rappresentanti degli inquilini – Sunia, Sicet, Uniat – hanno incontrato il sindaco per illustrare la grave situazione abitativa in città e proporre iniziative tese a mitigarla. Ora lamentano uno sgarbo istituzionale per non essere stati informati della vendita du 57 alloggi popolari. Ma andiamo con ordine. "Nell’incontro col sindaco, tra le proposte, abbiamo illustrato - dice Franco Bravi (nella foto) - quella di diminuire i canoni massimi di affitto dei contratti concordati con ristori tramite diminuzione Imu e Cedolare secca al proprietario; abbiamo anche sollecitato la richiesta difinanziamenti statali, regionali per interventi di restauro e recupero alloggi sfitti del patrimonio comunale in gestione Arte che risultano essere moltissimi: sarebbero circa 300". E veniamo al lamento di giornata: "Il sindaco non ci ha detto che in corso la procedura per la vendita di ben 57 alloggi popolari di proprietà comunale: lo abbiamo appreso dai media e siacmo sconcercati". Di qui la rabbia.

"A parte lo sgarbo istituzionale dal momento che stavamo parlando proprio della drammatica situazione abitativa nella nostra città, ci sembra assurdo che in un momento come questo si vada a diminuire la disponibilità di case popolari, anche se i proventi derivanti dalla vendita verranno, speriamo, investiti nel recupero di altri alloggi". Il sindacato lamenta però di non sapere di quali alloggi si tratti e se la vendita è connessa a richieste degli attuali assegnatari. "Ma soprattutto ribadiamo - scrivono – che non capiamo per quale ragione in un momento in cui cresce, a causa della pandemia e della crisi economica, la domanda di case popolari il Comune decida senza alcuna interlocuzione con le organizzazioni sindacali dell’inquilinato, di vendere ben 57 alloggi".