All’Expo allestite solo 100 brande Migranti in attesa di destinazione

All’ospedale sei persone, di cui tre donne in stato interessante. Priorità garantita ai soggetti fragili. Altra notte a bordo per molti naufraghi recuperati da Msf. Il capo missione: "Il decreto calpesta i diritti".

All’Expo allestite solo 100 brande  Migranti in attesa di destinazione

All’Expo allestite solo 100 brande Migranti in attesa di destinazione

Trecentotrentasei migranti – fra cui 80 minori, 49 dei quali non accompagnati - a cui garantire la prima accoglienza alla Spezia dopo lo sbarco dalla Geo Barents e solo 100 brande approntate al PalaExpo’ dalla Protezione civile. Risposte non a misura dei bisogni? No, allestimento funzionale al progress degli sbarchi - alle 20 di ieri sera erano 78 nella previsione di utilizzare tutte le 100 brande - nella prospettiva di chiudere le operazioni, con avvio dei migranti alle destinazioni finali, entro domenica sera. La prospettiva a breve, ieri pomeriggio, era quella di un’altra notte bordo, in alcuni casi anche due, per la maggior parte dei naufraghi in fuga dalle loro terre di origine e dall’inferno libico. Ciò dopo la sfibrante navigazione di oltre tre giorni e l’agognato attracco al "porto sicuro" posto ad oltre 1600 miglia dai luoghi di recupero da parte della nave di Medici senza frontiere.

Situazione a bordo?

"Ci sono persone che hanno bisogno di cure mediche; lo sbarco è cominciato da loro e dalle loro famiglie; nessuno ha gravità severe ma tutti hanno bisogno di controlli" dice il capo missione di Medici senza Frontiere Juan Matia Gill dopo l’ormeggio della nave sul lato est del Molo Garibaldi in fregio alla nave da crociera "Odissey of the seas" all’accosto sul lato Ovest. Da parte disperazione e attesa. Dall’altra spensieratezza e voglia di divertirsi incarnate da 4mila crocieristi americani. Pochi si sono affacciati a seguire gli sbarchi: il richiamo della città e del comprensorio è stato più forte della curiosità, anche al suono delle sirene delle ambulanze. Quelle che hanno trasportato all’ospedale sei persone, di cui tre donne incinta.

Testimonianze raccolte?

"Purtroppo - dice il capo missione - continuiamo a raccogliere le stesse storie tristi: la traversata del Sahara, il soggiorno in Libia che ogni volta porta a più tentativi di scappare da quella realtà; tante persone ci raccontano situazione di violenza, maltrattamenti fisici, sequestri estorsioni, violazioni".

Provenienze? Numero di bambini?

"Le nazionalità più rappresentate sono Siria, Eritrea, Bangladesh, Pakistan. Ci sono 21 bambini con meno di dieci anni, in tutto sono 80 minori, di cui 49 non accompagnati. I due più piccoli hanno meno di due anni".

Possibilità di sanzioni per i soccorsi multipi?

"Spero proprio di no; siamo stati indirizzati sul secondo soccorso dalla centrale operativa della Guardia Costiera; abbiamo infatti effettuato un primo soccorso mentre c’era già un’altra allerta; quando abbiamo finito il primo a 300 persone, la Guardia costiera italiana ci ha istruito per andare verso il secondo e ci ha aiutato a trovare gli altri naufraghi".

Una svolta rispetto a quello che accadde a gennaio...

"Per quello che ci riguarda continuiamo ad agire secondo le convenzioni internazionali; la legge in vigore dal primo gennaio va contro il diritto internazionale; noi facciamo quello che dobbiamo fare: salvare le persone che sono in una situazione di emergenza in mare. Mandarci fino a qui è un violazione del diritto internazionale quando ci sono tanti porti prima per poter fronteggiare i bisogni di benessere e cura dei migranti".

Corrado Ricci