Addio a Vaccarone, pittore e scultore dei linguaggi visivi

Il maestro Francesco Vaccarone, celebre artista spezzino, sarà onorato al Camec con la sua camera ardente. Pittore, scultore e incisore di fama internazionale, ha lasciato un'impronta indelebile nella cultura locale e oltre. Amato e ricordato da amici e colleghi, la sua eredità artistica e impegno politico resteranno indelebili.

Addio a Vaccarone, pittore e scultore dei linguaggi visivi

Addio a Vaccarone, pittore e scultore dei linguaggi visivi

Lì, proprio al Camec, in quel museo che il maestro Francesco Vaccarone aveva contribuito a far nascere, verrà aperta domani e sabato (giorno dei funerali) la sua camera ardente. Tutti potranno onorare il grande artista spezzino scomparso lunedì sera, dopo una breve malattia, all’età di 83 anni. Un uomo che, con la sua opera instancabile e preziosa, ha dato lustro e visibilità a livello internazionale a tutto il Golfo dei Poeti. Pittore, scultore e incisore, Vaccarone, le cui opere sono state esposte in oltre duecento mostre personali, in gallerie pubbliche e private, università in Europa, Africa, Stati Uniti e America Latina, e in eventi d’arte di rilievo come la XI Quadriennale Nazionale di Roma del 1986 e la 54ª Biennale di Venezia del 2011. Un intellettuale dalla grande sensibilità, ricordato dai fraterni amici e colleghi Pietro Bellani e Giuliano Tomaino. Tre ragazzi nati negli anni ‘40, diventati nomi importanti della cultura spezzina, e non solo. A quella Biennale c’erano tutti e tre. "Sembravamo tre giovani alla prima vacanza – ricorda commosso Tomaino – e ci siamo proprio divertiti". E anche Bellani è triste: "Ho perso un fratello maggiore e la città una figura di una cultura immensa".

Impegnato fin dagli anni Sessanta in ricerche sui linguaggi visivi in stretto contatto con poeti (Gruppo 63) e artisti dell’avanguardia sperimentale (Trerosso di Genova,’70 di Firenze, LineaSud di Napoli), Vaccarone ha avuto forti legami pure con Marino Marini, di cui fu assistente per le incisioni, Armando Pizzinato, Franco Gentilini e Renato Guttuso. Lo scrittore spezzino Marco Ferrari, autore del libro ‘Alla rivoluzione con la Due Cavalli’, era suo grande amico. E a proposito di automobili, ricorda un aneddoto. "Quando Francesco festeggiò i suoi primi quarant’anni nel 1980 – dichiara Ferrari – gli regalai l’lp di Paolo Conte ‘Un gelato al limon’. Era una specie di risarcimento che gli dovevo dal 1972, quando il Maestro mi dotò della mia prima macchina, una Fiat 500 blu, con cui, da giovane cronista arrivavo sul luogo del delitto e aprivo lo sportello ancor prima di fermarmi. Solo che distrattamente non mi curai dell’olio e la povera 500 andò a fuoco, ed essendo ancora di proprietà della famiglia Vaccarone, dovemmo fare un po’ di carte per dichiararla defunta". Vaccarone diceva che se avesse incontrato il diavolo, gli avrebbe venduto un suo quadro. Non prima, però, da militante di sinistra come è sempre stato, di aver compiuto all’inferno una vera rivoluzione culturale.