La Maremma piange sul latte: "Prezzi crollati, produttori allo stremo"

Gli operatori segnalano un momento difficile: chi alleva riceve cifre bassissime, ma chi consuma paga molto. “Il problema? La grande distribuzione"

E' un momento difficile per l'economia che gira intorno al latte

E' un momento difficile per l'economia che gira intorno al latte

Grosseto, 5 settembre 2023 – Il prezzo del latte pagato agli allevatori va giù ma quello che i consumatori pagano per un litro di latte va su. In un anno il prezzo sugli scaffali della grande distribuzione, considerando lo scontrino medio di acquisto a giugno (ultimo dato disponibile), è aumentato del 6,7% per il latte intero di alta qualità (da 1,79 a 1,91), del 9,5% per il latte fresco (da 1,88 a 2,06) e dell’11% per il latte scremato a lunga conservazione (da 1,06 a 1,2) secondo l’Osservatorio dei Prezzi del Ministero delle Imprese e de Made in Italy.

Prezzo che ha raggiunto, alla cassa, anche i 2,26 euro alla fine di agosto. Situazione diametralmente opposta nelle stalle dove torna a montare la preoccupazione per il futuro e dove l’esplosione dei costi di produzione, dai mangimi all’energia fino al gasolio hanno azzerato i già risicati margini di redditività.

Fabrizio Tistarelli, presidente di Latte Maremma
Fabrizio Tistarelli, presidente di Latte Maremma

Il nuovo attacco alla grande distribuzione porta la firma di Coldiretti Toscana pronta a chiamare in causa la legge sulle pratiche sleali a tutela degli allevatori e dei consumatori segnalando le anomalie all’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf) del Ministero dell’agricoltura e della sovranità Alimentare.

Un problema che in Maremma è davvero molto sentito. Così come in Mugello: altro territorio ricco di produttori di latte che sono saliti sulle barricate per cercare di alzare l’attenzione su una problemtica forse poco sentita ma che sta facendo danni enormi. Problemi, dicevamo: dei produttori sicuramente, ma alla fine anche dei consumatori.

Al "Latte Maremma", il grande consorzio di produttori che "lavora" 18 milioni di litri di latte all’anno, prodotto da circa 30 aziende tutte della provincia di Grosseto, ci si guarda intorno alla ricerca di soluzioni. Che non solo assolutamente facili da trovare.

"Il vero problema è la grande distribuzione – inizia Fabrizio Tistarelli, presidente di Latte Maremma –. Il prezzo di liquidazione ai soci è quello che sappiamo, ovvero circa 51 centesimi al litro. Quello che accade dopo, dopo la vendita all’ingrosso, è una lievitazione del prezzo che non possiamo più controllare".

Tistarelli spiega meglio: "Consapevoli che le spese per i produttori sono tante – aggiunge – abbiamo portato il prezzo da 35 centesimi a 51. Riconoscendo un aumento importante. Di più non riusciamo a fare".

Il presidente del Consorzio Latte Maremma lancia anche un monito. "Che dire dei prezzi? Che fortunatamente la grande distribuzione decide di comprare il nostro latte e il nostro prodotto. Potrebbero benissimo farne a meno e andare ad intercettare un latte al costo molto più basso, attingendo dall’estero. Secondo me bisogna studiare un metodo diverso per valorizzare il nostro prodotto: la tipologia del nostro latte, come quello del Mugello, è diversa dagli altri. La produzione è di qualità e non è facile fare allevamento. Le risorse idriche sono diverse e dunque anche costi produzione sono più alti. Ma ci fermiamo qua e ci confrontiamo con mercato complesso e difficile. Dunque, o si riconosce valore aggiunto o si rischia l’azzeramento del sistema allevatoriale locale. Se non si torna ad un minimo di guadagno e copertura dei costi, le chiusure saranno totali".