REDAZIONE GROSSETO

Via Almirante, ancora polemiche ‘Prefettura e Ministero smentiscono presidente del Consiglio e sindaco’

Pd, Grosseto Città Aperta e M5S: "Mozione ammissibile, decisione priva di qualunque fondamento giuridico". Berardino: "E’ un atto che non è soggetto ad alcun esame preventivo, che ne determini l’ammissibilità".

Via Almirante, ancora polemiche ‘Prefettura e Ministero smentiscono presidente del Consiglio e sindaco’

Lo scorso aprile i capigruppo del Partito Democratico, di Grosseto Città Aperta e del Movimento 5 Stelle si erano rivolti alla Prefettura per denunciare "la violazione delle regole democratiche e delle prerogative delle minoranze da parte del presidente del consiglio comunale, Fausto Turbanti", il quale con una decisione senza precedenti aveva dichiarato "pregiudizialmente inammissibile" la mozione per chiedere la revoca di via Almirante. Nei giorni scorsi in Municipio è giunta la nota del prefetto, Paola Berardino, che dopo aver interessato della vicenda lo stesso Ministero dell’Interno sull’operato del presidente del Consiglio comunale, afferma che "le mozioni non sono soggette ad alcun preventivo esame che ne determini l’ammissibilità" e chiamando ora Turbanti a provvedere agli adempimenti di competenza. "Un’azione dunque di assoluta gravità quella realizzata dal presidente del Consiglio – iniziano Davide Bartolini, Carlo De Martis e Giacomo Gori, capigruppo di Pd, Grosseto Città Aperta e M5S – , priva di qualunque fondamento giuridico e dalla matrice tutta politica, come aveva apertamente rivendicato il sindaco affermando che la mozione era inammissibile poiché andava ‘a scontrarsi con una decisione chiara e inequivocabile dell’Amministrazione’. In altri termini il Consiglio comunale non potrebbe esprimere il proprio dissenso rispetto ad una decisione assunta dalla giunta comunale. Praticamente un potere di veto che, ovviamente, non ha legittimazione in alcuna fonte normativa ma solo nella fantasia di chi amministra la nostra città". Il 28 marzo i gruppi del Partito Democratico, Grosseto Città Aperta e Movimento 5 Stelle avevano presentato una mozione affinché il Consiglio comunale si esprimesse contro le intitolazioni volute dalla giunta, ma il 30 marzo il presidente del consiglio ha assunto la decisione di non consentire la discussione della mozione. "Il 18 maggio – aggiungono – veniamo convocati dal presidente del Consiglio alla presenza del segretario generale, del capo di gabinetto del sindaco e dello staff dell’ufficio affari istituzionali e riceviamo una ‘proposta indecente’: la rinuncia alla Commissione di garanzia in cambio della riammissione della mozione, peraltro con la riaffermazione di quell’inaccettabile potere di veto sugli atti delle minoranze quando in dissenso con le decisioni della maggioranza. Ma noi la rispediamo al mittente". Poi chiudono: "Il presidente Fausto Turbanti è dunque venuto meno ai suoi doveri istituzionali ed al suo ruolo di garanzia – dicono – letteralmente inventandosi un balzano provvedimento di inammissibilità preventiva destinato ad impedire l’esercizio della dialettica democratica. E non sarebbe stata neppure farina del suo sacco. Adesso interesseremo la Commissione di garanzia, confidando che gli autori di quanto accaduto si assumano, per una volta, le loro responsabilità di fronte ai grossetani".