Venator, caos stoccaggio "Serve una discarica"

Nella riunione per i gessi rossi, ritirata l’opzione di "ripristino ambientale". Rossi: "Subito un accordo di programma sugli investimenti dell’azienda".

Venator, caos stoccaggio  "Serve una discarica"

Venator, caos stoccaggio "Serve una discarica"

SCARLINO

La questione Venator è sempre più calda. La multinazionale inglese, che produce biossido di titanio, nonostante i tentativi di mediazione, ha deciso di interrompere la produzione a giugno. Dall’ultimo incontro in Regione, avvenuto qualche giorno fa e al quale hanno partecipato istituzioni, parti sociali, azienda e regione, è stata anche ritirata l’opzione del ripristino ambientale in seguito all’approvazione della relazione presentata dalla Commissione parlamentare Ecomafie e alla relazione dell’Arpat. Il materiale di scarto prodotto da Venator, i cosiddetti "gessi rossi" può essere solo conferito in discarica o trattato per altre produzioni. Ciò ha indiscutibilmente complicato uno scenario già complesso, riducendo il range delle possibilità.

"Questo ha messo ulteriormente in difficoltà una situazione già estremamente critica – ha detto il presidente della Provincia di Grosseto, Francesco Limatola –. Di fronte a questo scenario sono necessari il massimo impegno, chiarezza e certezza dei tempi da parte di tutti gli attori in causa". Sulla questione è intervenuto anche Fabrizio Rossi, deputato grossetano di Fratelli d’Italia: "L’unica cosa certa è che la produzione si fermerà del tutto nelle prossime settimane, in attesa che la Regione Toscana conceda l’autorizzazione provvisoria allo stoccaggio dei gessi rossi in un terreno di 10 ettari di proprietà del comune di Scarlino – ha detto –. Purtroppo, le lungaggini autorizzative, anche se provvisorie, tardano ad arrivare in quanto da una parte la Regione Toscana tentenna, mentre dall’altra la Venator non è chiara sullo sviluppo futuro". I tempi dunque continuano a dilatarsi ulteriormente, con una prospettiva, se tutto verrà rispettato, con la produzione che forse potrebbe riprendere solamente a inizio 2024, con gravissime ripercussioni sui lavoratori, che già dal mese di dicembre dello scorso anno subiscono la cassa integrazione, e su tutto l’indotto, con notevole perdita di ricchezza economica per tutto il territorio. "E’ arrivato il momento di mettere nero su bianco la firma da parte della Regione Toscana per la concessione delle autorizzazioni allo stoccaggio provvisorio dei gessi rossi – chiude Rossi –. Poi occorre con urgenza trovare un accordo di programma nel quale dovranno essere fissati gli impegni e gli investimenti da parte dell’azienda per la sostenibilità occupazionale e produttiva del sito, così da far ripartire quanto prima il ciclo produttivo e salvaguardare i posti di lavoro".