Un’aula all’aperto nell’area ex Ilva

Progetto frutto della collaborazione tra scuole, Comune, cooperativa Arcobaleno e gli architetti di Ecol

Migration

Aria. È questo il progetto per la creazione di un’aula all’aperto nell’area dell’ex Ilva da utilizzare nel mese di settembre. Un progetto frutto della collaborazione fra Istituti Comprensivi di Follonica, Comune, cooperativa sociale Arcobaleno, gli architetti di Ecol che hanno curato la progettazione degli spazi, le associazioni del Cantiere cultura e la collaborazione del circolo FestAmbiente. Un’aula all’aperto da cui potranno scaturire percorsi formativi e informativi per insegnanti e genitori, e attività per bambini e bambine di ogni età. Il progetto ha ricevuto il contributo della Fondazione Cassa di risparmio di Firenze. Un progetto che punta l’attenzione sul rapporto con il territorio e l’ambiente naturale e che considera l’educazione come "un processo globale che coinvolge tutti gli abitanti e non solo le agenzie formative della città". Il nuovo spazio all’interno dell’Ilva servirà per ricordare l’importanza di ritagliarsi momenti all’aria aperta dove riprogettare le attività a partire da quelle scolastiche facendo tesoro delle difficoltà del periodo pandemico. E così ecco incontri e lezioni all’aperto in piena sicurezza e quello che prima veniva visto come pericoloso e sconosciuto, oggi diventa fonte di tranquillità, salute e apprendimento. Gli Istituti scolastici follonichesi non hanno spazi attrezzati all’aperto: questo progetto è dunque l’incipit per ripensare le aree verdi adiacenti le scuole da utilizzare al di fuori degli orari scolastici anche dal resto della comunità. I percorsi formativi saranno messi a punto dalla Conferenza Zonale per l’istruzione, Comune e cooperativa Arcobaleno con professionisti specializzati anche provenienti dalla Danimarca dove la cooperativa ha effettuato nel 2015 una visita-studio.

"Quando l’istituto comprensivo Leopoldo II di Lorena presentò la richiesta di condividere un progetto per un’aula didattica all’aperto, capii che i tempi per ragionare su un cambio di rotta nell’ambito dell’educazione cittadina erano maturi - spiega Barbara Catalani, assessore allo sviluppo politiche educative e giovanili (nella foto) –. Da mesi come amministrazione pensavamo di riscrivere alcuni percorsi partecipativi e formativi già in atto attraverso la creazione di un patto educativo di comunità". "La richiesta di uno spazio nuovo – prosegue - dove fare educazione e scuola è stata la spinta definitiva per accelerare un processo già iniziato".

Angela D’Errico