LUCA MANTIGLIONI
Cronaca

Un "compleanno" speciale. Villaggio Europa da 50 anni

Le prime famiglie sono andate ad abitarci nel 1974, tre anni dopo l’inizio dei lavori. All’epoca era la periferia della città e verso nord c’erano soltanto campi e il canale Diversivo.

Quando le prime famiglie che andarono ad abitare lì aprirono i portoni di casa erano i residenti della periferia della città, l’ultima lottizzazione prima dell’inizio di ettari di terreni senza né case né – figuriamoci – strade. L’unica oltre le abitazioni era viale Europa, ma semplicemente scorreva di fronte al Villaggio e se ne andava o verso la Senese o verso il passaggio a livello (che ancora esisteva) che divideva la zona con Barbanella. Verso nord, invece, dopo la strada c’era il canale Diversivo. Argini e poi solo sterpaglie, pozze d’acqua e un rigagnolo d’acqua che sembrava messo lì per ricordare il motivo per il quale quel canale fu scavato: in caso di necessità, doveva decongestionare l’alveo dell’Ombrone rendendo più mite e meno pericoloso il suo scorrere. Le prime famiglie sono arrivate nel 1974, il grosso dell’afflusso fra aprile e ottobre, e adesso quindi il Villaggio Europa compie 50 anni. Ma i segni del tempo non lo hanno cambiato granché, piuttosto quel che non c’è più è il paesaggio circostante: niente più argini del Diversivo e via Bulgaria che taglia viale Europa e conduce verso un’altra città ancora.

Il cantiere per realizzare il Villaggio aprì i battenti nel 1971 su una lottizzazione Iacp (l’attuale Epg) e doveva dare una nuova fisionomia ad una zona non regolata da Piani urbanistici. Era un nuovo modo di intendere un complesso urbano, molto diverso da ciò che all’epoca esisteva in città. "Villaggio Europa" non solo per il nome delle vie che lo componevano, ma anche perché del villaggio aveva proprio la conformazione. Nessuna delle strade interne, ad esempio, era di scorrimento, tutte quante servivano solo per arrivare sotto casa. E per rendere ancora più evidente questo concetto fu addirittura ridotto il vialetto che attraversa la grande area verde sulla quale si affacciano tutti i palazzi. Inizialmente il viale arrivava fino al marciapiede di via Bulgaria, ma era diventato un percorso anche per i motorini e non era quella la sua funzione: i residenti chiesero e ottennero che il piastrellato finisse prima dell’inizio del marciapiede e il "varco" fu chiuso allungando la siepe perimetrale.

Tra i palazzi e viale Europa due campi da tennis, una piccola pista di pattinaggio, un campo per basket e volley e soprattutto un campo di calcio. Anzi, la "promessa" di un campo di calcio, perché nel 1974 era solo un terreno sufficientemente spazioso per tirare due calci ad un pallone ma pieno zeppo di erbacce e sassi. Tanti sassi. Ma lo spirito del Villaggio si fece spazio anche nelle difficoltà. I bambini dell’epoca strapparono dalla terra tutto quel ciarpame e dopo giorni di "lavoro" chiusero in bellezza: da una falegnameria si fecero regalare 4 pali e alcune assi di legno poi usate per fare le traverse. C’erano anche le porte. La partita ebbe inizio. Il Villaggio aveva il suo stadio. Un villaggio dove nessuno era spettatore, ma tutti protagonisti.