
Uccisero uno spacciatore. La condanna diventa esecutiva
E’ diventato definitivo il provvedimento del tribunale a carico di una giovane donna di Suvereto che è stata riconosciuta colpevole di omicidio insieme a Mirko Meozzi. Un fatto accaduto nell’agosto 2019 a Gavorrano.
I carabinieri della stazione di Suvereto, che già avevano collaborato alle indagini all’epoca dei fatti, sono intervenuti ieri per prelevare Sonia Santi, 36 anni, e accompagnarla in carcere dove dovrà scontare una pena di 14 anni.
L’ultimo atto della vicenda giudiziaria era avvenuto circa un anno fa quando la Corte di Appello di Firenze aveva confermato la condanna senza riconoscere l’aggravante della premeditazione. Secondo il Pm Anna Pensabene, Sonia Santi e Mirko Meozzi avevano compiuto quell’orrendo omicidio studiandolo a tavolino. Il sostituto procuratore aveva infatti ricorso in Appello dopo l’udienza di condanna a 14 anni, emessa dal tribunale di Grosseto. I giudici della corte di Appello di Firenze hanno però confermato la sentenza, nonostante che il procuratore generale avesse chiesto una condanna a 19 anni e 4 mesi. Tutto si giocava dunque sulla premeditazione: che però alla fine non è stata riconosciuta applicando dunque le regole del rito abbreviato. I due, lui 47enne di Follonica e lei 36 anni di Suvereto, hanno ucciso a colpi di pistola lo spacciatore magrebino Bouazza Jaormouni, 25 anni, l’11 agosto del 2019, in una zona boscosa a Filare di Gavorrano. Nella stessa serata ferirono gravemente Rahaal El Jamouni. Erano andati a rapinare gli spacciatori che vendevano hashish e droga nella zona dei bacini di San Giovanni. La pm Anna Pensabene aveva chiesto l’ergastolo, ma in fase processuale i due, che si frequentavano da qualche mese, iniziarono ad accusarsi a vicenda. Per i giudici comunque Sonia Santi sarebbe stata l’ideatrice dell’agguato, mentre Mirko Meozzi quello che materialmente fece fuoco ai margini del bosco. Jarmouni fu colpito nel petto mentre l’altro alle spalle mentre cercava di scappare.
E ieri l’intervento dei carabinieri e l’inizio della detenzione in carcere.