Traffico illecito di rifiuti pericolosi. A giudizio i vertici di Agrideco

In quattro dovranno affrontare il processo. Le accuse del pm

Rifiuti

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Grosseto, 30 maggio 2015 - AGRIDECO, arriva il rinvio a giudizio per i vertici della società: l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla gestione illecita dei rifiuti. Il giudice dell’udienza preliminare Valeria Montesarchio ha firmato il decreto per Federico Lattanzi (42 anni, di Piombino), Paolo Meneghetti (54, di Treviso), Stefano Rosi (55, Viareggio) e Luca Tronconi (50, Roccastrada). Il capo di imputazione si apre con l’articolo 416 del codice penale, l’associazione a delinquere, il cui scopo, secondo gli inquirenti, era quello di commettere «plurimi e indeterminati delitti di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti», nonché «il trasporto di rifiuti speciali pericolosi senza rituale formulario o con formulario contenente dati incompleti o inesatti» ovvero utilizzando falsi certificati di analisi durante il trasporto o ancora predisponendo certificati di analisi riportanti indicazioni false sulla natura, sulla composizione e sulle caratteristiche chimico fisiche dei rifiuti stessi, compresa la falsità nei registri di carico e scarico. In particolare, Rosi quale socio di maggioranza, legale rappresentante e amministratore (di diritto e di fatto) di Agrideco Srl, Meneghetti quale socio e membro del consiglio di amministrazione della medesima società incaricato prevalentemente del settore commerciali, Lattanzi quale socio e membro del consiglio di amministrazione incaricato prevalentemente di questioni tecniche e organizzative, Tronconi quale socio e vice presidente della società nonché responsabile della gestione dell’impianto di Scarlino, località La Botte, avrebbero commesso sistematicamente gli atti riportati nelle accuse nel «quotidiano esercizio imprenditoriale dell’Agrideco, società operante nella raccolta, nel trattamento, nella intermediazione e comunque nella gestione dei rifiuti». Ritenuta la sussistenza di elementi tali da delineare nel quadro indiziario l’esistenza di un «sodalizio criminoso», le accuse sul traffico illecito e il falso sono state ricostruite nel corso delle indagini attraverso gli atti del Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri e quindi mediante perquisizioni, sopralluoghi e intercettazioni telefoniche. Tra testimonianze e consulenze tecniche, gli inquirenti hanno quindi ricostruito la tecnica della gestione dei rifiuti della società, gestita dai soggetti coinvolti dal sodalizio che il giudice delle indagini preliminari ha definito un «quadrumvirato», di cui Rosi avrebbe comunque assunto il ruolo creatore e capo. Il processo si aprirà, di fronte al tribunale di Grosseto, in composizione collegiale, il prossimo 14 ottobre. L’Agrideco era stata oggetto, lo scorso dicembre, di un’interdittiva antimafia adottata dalla prefettura di Grosseto mentre era impegnata nei lavori di bonifica nell’area di Valli di Mosio, dove in passato erano stati interrati alcuni rifiuti chimici.

R.B.