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Torna "Imago Photo Festival". Con Basetti "Va, pensiero". Scatti della decadenza tra i nobili

Si aprirà domani la mostra del professionista milanese. I "ritratti" di palazzi del Settecento e Ottocento

Torna "Imago Photo Festival". Con Basetti "Va, pensiero". Scatti della decadenza tra i nobili

I grandi maestri della fotografia tornano in laguna. Domani alle 18.30 nella sala espositiva della Guzman aprirà la mostra "Va, pensiero" di Christian Basetti, fotografo ed esploratore milanese appassionato di luoghi abbandonati e nascosti. L’artista sarà presente sabato e domenica per incontrare i visitatori e rispondere a domande e curiosità relative al suo lavoro. L’evento rientra nella programmazione di ImagO Photo Festival, organizzato come ogni anno dall’associazione culturale ImagO, in collaborazione con lo Studio Bernè e con il contributo e il patrocinio del Comune di Orbetello. Palazzi in decadenza dell’antica nobiltà italiana e altri ambienti del passato settecentesco e ottocentesco italiano saranno quindi i protagonisti della mostra che rimarrà allestita fino al 28 luglio (apertura tutti i giorni dalle 18.30 alle 22.30). "La mostra – spiegano da ImagO – raccoglie molte opere che dal 2021 e 2023 sono apparse in pubblicazioni internazionali, legate al mondo della fotografia, e hanno ottenuto svariati premi e riconoscimenti in prestigiosi concorsi internazionali. È un percorso di stampo artistico, non solo documentaristico, che rappresenta uno strumento di sensibilizzazione e valorizzazione verso il patrimonio storico italiano, retaggio del nostro passato purtroppo scomparso nell’evoluzione verso il contemporaneo".

‘Va, pensiero’ è un progetto estratto dal più ampio ‘Forgotten Art-chitectures’, termine coniato dallo stesso Basetti fondendo in un’unica parola uno stile creativo fotografico legato al mondo dei luoghi abbandonati in decadenza, appunto ‘arte e architettura’. "L’artista – proseguono i curatori dell’iniziativa – non scatta esclusivamente fotografie in nome di uno spirito di denuncia o per immortalare il rigore architettonico, ma introduce anche un ricercato stile pittorico ispirato al romanticismo e a Caravaggio. Come il pittore utilizzava soggetti emarginati della società, vecchi mendicanti e prostitute, per poi glorificarli in trasposizioni di santi e madonne, così Basetti trasforma qualcosa di decadente e inanimato in un’opera dove le ombre dominanti e le luci suscitano nello spettatore emozioni discordanti".

Riccardo Bruni