Sull’Amiata c’è chi sta lavorando, con passione, idee e prospettive, perchè questa montagna possa diventare un grande parco nazionale. A tal proposito a Salaiola, primo borgo naturalistico d’Italia, si è svolta un’iniziativa dedicata ai rifugi naturalistici e al progetto del "Parco nazionale dell’Amiata". La giornata è stata promossa da Centro parchi internazionale (ideato nel 1977 e ancora oggi coordinato dal professor Franco Tassi – direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo dal 1969 al 2002) e dall’associazione culturale L’Aquilaia. E’ stato presentato il sito internet rifugiamiata.it, il portale che raccoglie l’adesione di privati intenzionati a registrare la propria attività come rifugio naturalistico. "Gli interventi – dicono dal gruppo di lavoro per la Salvaguardia del Monte Amiata – sono stati accomunati dalla volontà di operare per migliorare le condizioni del territorio".
Franco Tassi ha spiegato i benefici che ci sono nel vivere in luoghi protetti, dove protezione e progresso economico vanno di pari passo. Un esempio sono le aree faunistiche, come è stato in passato il Parco faunistico del Monte Amiata, un luogo che deve tornare ad avere il suo formidabile richiamo per il turismo. Yoav Aviram, fondatore dell’organizzazione no profit Conscious Digital, ha presentato il sito internet ‘rifugiamiata.it’, nel quale è presente la rete dei Rifugi naturalistici dell’Amiata (sono circa 40 quelli già registrati) e dove è possibile registrare un proprio terreno sottoscrivendo un protocollo. Suggestiva è stata la proiezione delle immagini del fotografo Cesare Moroni e la testimonianza dell’artista e guida naturalistica Mario Morellini. L’assessore al turismo di Arcidosso Maurizio Ranucci ha dato la disponibilità per un futuro incontro nei locali del Parco faunistico. Infine è emersa un’urgenza quella di dare forza al progetto del Parco nazionale dell’Amiata: "Il Parco rappresenterà un cambiamento, porterà vantaggi reali alle popolazioni locali e soprattutto ai giovani".