REDAZIONE GROSSETO

Spettacolo. C’è "47 Morto che parla"

Agli Industri torna la rassegna "Non ci resta che ridere". Doppia rappresentazione con ‘Ridi Pagliaccio’.

Spettacolo. C’è "47 Morto che parla"

Torna al teatro degli Industri la rassegna "Non ci resta che ridere" e lo fa con la doppia replica di "47 Morto che parla", un classico della comicità che, attingendo a Plauto e Molière, Petrolini portò al grande pubblico teatrale e Totò a quello cinematografico. Lo spettacolo, messo in scena da una compagnia storica grossetana, ovvero il "Laboratorio Teatrale Ridi Pagliaccio", capitanato da Giacomo Moscato, andrà in scena oggi con due rappresentazioni: alle 17 e alle 21, ma attenzione: lo spettacolo delle 17 è già sold out da diversi giorni, mentre è ancora possibile acquistare il biglietto per quello delle 21. La prevendita è all’edicola La Pace (accanto al Sacro Cuore) e l’ingresso è 12 euro. Per i ritardatari sarà comunque possibile acquistare i biglietti anche a partire dalle 16 di oggi direttamente al botteghino del Teatro degli Industri. In scena, nel ruolo dei tanti personaggi che costellano la trama di questo lavoro, potrete applaudire: Giacomo Moscato, Luca Peretti, Fabrizio Bonifazi, Anna Russo, Marco Frassinetti, Alessandra Pannini, Giovanni Brogi, Andrea Strati, Paolo Banfi ed Enrico Pizzi.

Ed ecco anche la trama dello spettacolo, moderna variazione sul tema archetipico dell’avaro. Il barone Antonio Peletti è un uomo avaro e scorbutico convinto che tutti (familiari, servitori e conoscenti) cerchino di derubarlo; di fatto possiede un ‘tesoretto’ a cui altri ambiscono, ma si tratta di una cassetta piena di gioielli che suo padre, in punto di morte, aveva voluto lasciare in eredità per metà al nipote Gastone, figlio di Antonio, e per metà al Comune, affinché erigesse una scuola elementare nel paese. Il barone, pur di negare non solo il possesso ma l’esistenza stessa della cassetta, si finge povero e costringe alla povertà tutta la sua famiglia. Per entrare in possesso della legittima eredità, Gastone da un lato e il Comune dall’altro dovranno escogitare un piano "infernale".