
Dalla flavescenza dorata che minaccia la produzione di vino alla cimice marmorata asiatica e la Drosophila suzukii che attaccano decine di specie di alberi da frutto, al granchio blu che divora cozze e avannotti fino al cerambicide dal collo rosso (Aromia Bungi), un pericolo per pesche, albicocche e susine, al batterio che provoca una gravissima malattia di pero e melo per finire con il punteruolo del fico. Sono le principali specie aliene portate in Toscana (alcune delle quali si stanno affacciando anche in Maremma) dalla globalizzazione degli scambi e dai cambiamenti climatici che stanno causando milioni di euro di danni alle produzioni agricole con pesantissimi effetti sul piano alimentare, ambientale, paesaggistico ed economico.
"Mostri" alloctoni arrivati da Asia, Nord America e da altre aree del globo e che hanno trovato, nelle nostre campagne, habitat congeniali favoriti "dal surriscaldamento e dal caldo anomalo ma anche da controlli poco accurati alle frontiere", come rivela un’attenta analisi di Coldiretti Toscana. Al primo posto tra gli insetti alieni più pericolosi, c’è la flavescenza dorata. Per contrastare questa fastidiosissima malattia che può portare in breve tempo al deperimento o alla morte delle viti. Senza dimenticarsi il granchio blu. Sbarcato sulle nostre coste "attaccato" a qualche imbarcazione proveniente dall’Oceano Atlantico, in poco tempo ha colonizzato tutta la costa diventato una calamità per gli allevamenti della Laguna di Orbetello e per la marineria. Mangia cozze, vongole, ostriche, pesci, avannotti, pesci e uova e danneggia le attrezzature di pesca, in particolare reti che vengono "tagliate" dalle sue potenti chele. La sua invasione sta mettendo a serio rischio la biodiversità marina e la sopravvivenza delle imprese delle pesca e dell’acquacoltura. Il granchio blu si piazza al quinto posto. Sull’Amiata attenzione al cinipide galleno (Dryocosmus kuriphilus) che non è ancora stato sconfitto del tutto ma la strada intrapresa è quella giusta. Proveniente dalla Cina, presente in Toscana nei castagneti della regione dal 2008, il cinipide gallerno provoca nella pianta la formazione di galle, cioè ingrossamenti delle gemme di varie forme e dimensioni contro il quale è stata avviata con successo una capillare guerra biologica attraverso lo sviluppo e accurata diffusione del suo antagonista naturale, il Torymus sinensis, che sta riportando la situazione sotto controllo.
Attacca il tronco dei fichi portandolo alla morte il punteruolo nero (Aclees taiwanensis), il coleottero esotico che sta distruggendo la popolazione del fico. La sua presenza è stata segnalata anche in Maremma.