
Patrizia Lari è riuscita a conquistare la vita che aveva sempre sognato: ha messo da parte un lavoro che non sentiva suo e ha iniziato a scrivere
"Io e le onde del mare" è l’ultima opera di Patrizia Lari, dopo "La favola delle nuvole nere" e "Le lacrime di perle bianche", che tanto successo hanno avuto e tanta curiosità suscitato. La storia di Patrizia Lari merita di essere raccontata perché sta vivendo, e non è più una ragazzina, una seconda esistenza con lo spirito di un’adolescente, che trasferisce passioni, emozioni, gioie e dolori, e ancora tanta voglia di vivere, nei suoi versi, diventati il nuovo linguaggio, una poetica molto personale, semplice e profonda nello stesso tempo. Parole in libertà, per ricordare i suoi affetti, le sue amicizie, i suoi amori che mettono in evidenza la sensibilità, il personale modo di scrivere, di ragionare, di vivere ma soprattutto di sognare, di una donna che si è scoperta scrittrice dopo aver passato una vita in mezzo a numeri, bilanci, consigli agli imprenditori.
Patrizia Lari doveva diventare quella che è, quello che ha sempre sognato di essere veramente: una poetessa naturale.
Non importa quanto ha pubblicato, quanto ha venduto, quanto fino ad oggi ha raccolto in simpatia, consenso, apprezzamento per la nuova “identità” che teneva nascosta senza volerlo, quello che conta è che finalmente ciò che aveva dentro sia emerso. Certo, non senza sofferenza: la sua vita le ha dato spesso la possibilità di confrontarsi con il dolore, che ha raggiunto il picco più alto con la scomparsa del suo Angelo, il riferimento primo di quel mondo fatto di nuvole bianche e nere che sono diventate fonte di ispirazione, amiche, tra le quali rifugiarsi per trovare serenità, illuminazione, e sprone.
Il dolore visto come regalo per superarlo, per coltivare speranza in qualcosa di più grande e più serio e meno banale della sofferenza stessa. Sì, ogni ostacolo ha in Patrizia provocato non solo la voglia e il piacere di superarlo ma anche di aggiungere a questo piacere altre pagine di esperienza, di vita vissuta o che avrebbe avuto la voglia di vivere concretamente. Patrizia è questa ed è proprio il nuovo modo di essere se stessa che le ha dato tutta questa forza. Lei è piccolina, esile, sembra quasi indifesa, ma ha una forza d’animo che riesce a farla sentire "una donnona", capace di spostare le montagne quando non riesce a raggiungerle e portarsele vicine, come fa e continua a fare anche in questa raccolta di poesie, quando si rifugia e chiede la protezione e l’amicizia della Natura.