FABIOLA FAVILLI*
Cronaca

Scoprire Capalbio. Il Giardino dei Tarocchi

Niki de Saint Phalle dal 1979 si concentrò soprattutto sulla costruzione di questo bellissimo parco.

Scoprire Capalbio. Il Giardino dei Tarocchi

Scoprire Capalbio. Il Giardino dei Tarocchi

"Nel 1955 andai a Barcellona e vidi per la prima volta il meraviglioso Parco Guell di Gaudì. Capii che mi ero imbattuta nel mio maestro e nel mio destino. Sapevo che anche io, un giorno, avrei costruito il mio Giardino della Gioia. Un piccolo angolo di paradiso, un luogo d’incontro tra l’uomo e la natura. Ventiquattro anni più tardi mi sarei imbarcata nella più grande avventura della mia vita: il Giardino dei Tarocchi. Questo giardino è stato fatto con difficoltà, con amore, con folle entusiasmo, con ossessione e, più di ogni altra cosa, con la fede". Niki de Saint Phalle

Niki de Saint Phalle nacque in Francia nel 1930, crebbe a New York e si trasferì di nuovo in Europa nei primi anni ’50, quando iniziò la sua attività artistica; dal 1979 si concentrò principalmente sulla costruzione del Giardino dei Tarocchi, che essendo percorribile diventa anche un’opera architettonica, è un progetto complesso realizzato come un percorso spirituale intimo, un diario sincero della vita dell’artista. E’ una delle più alte espressioni dell’arte ambientale, cioè la sintesi artistica della volontà dell’uomo di riconciliarsi con la natura dopo l’esperienza dell’urbanizzazione e dell’industrializzazione, ed è possibile la lettura di una scala urbana del Giardino: c’è infatti una porta d’ingresso, una piazza centrale, una torre, degli attraversamenti, dei portici, la realtà abitativa e gli scorci di paesaggio incorniciati. Esso ha una forte identità esoterica, ed è leggibile come un grande tavolo sul quale sono state sparpagliate le carte dei tarocchi, rappresentate da sculture alte fino a 15 metri caratterizzate da una grande espressione cromatica. Le opere rappresentano i 22 arcani maggiori, furono realizzate con tondini di ferro di vario spessore sagomato e saldati tra loro, quindi ricoperti da una rete da gettata, a costituire lo scheletro della sculture. Con un macchinario speciale vi fu spruzzato sopra il cemento, e quindi furono rivestite con mosaici di specchi, ceramiche sagomate, vetri di Murano.

*Guida ambientale