"Il paese può competere solo con uno sviluppo plurisettoriale". Inizia così la disamina dei gruppi consiliari "Pensiamo Scarlino", "Per Scarlino" e "Scarlino Insieme". "Dalla metà degli anni novanta il territorio di Scarlino e d’intorni ha combattuto contro l’ipotesi di conversione dei vecchi forni per la pirite di Eni ad inceneritore prima e termovalorizzatore poi – aggiungono –. Finalmente gli ultimi sviluppi dopo anni di lotte e iter autorizzativi contorti disegnano un destino diverso, è stata scritta infatti la parola fine all’ipotesi di bruciare i rifiuti al Casone un risultato di grande soddisfazione a vantaggio dell’ambiente e della salute, dal quale bisogna partire. Le moderne tecnologie se ben usate possono invece coniugare progresso con salvaguardia dell’ecosistema e chi ha responsabilità di comando deve saper guidare l’opinione pubblica verso scelte giuste che creino occupazione e crescita nel rispetto del paesaggio senza dire no a tutto".
Secondo la minoranza "la proposta di Iren è infatti quel punto di partenza per riuscire a superare la situazione che si è andata a creare nell’area del Casone di Scarlino. Ciò non toglie che nessuno vuol prendere progetti a scatola chiusa ma l’approccio che il nuovo gruppo sembra voler dare al piano di filiera, partendo con la demolizione del vecchio impianto, il superamento dell’incenerimento e la bonifica dell’area è già un ottimo inizio. Come giustamente è stato fatto notare anche dal Forum Ambientalista, ben venga la filosofia dell’economia circolare che si vuole provare a creare a Scarlino, in quanto una buona soluzione, ma a condizione che, allo stesso tempo, la Regione incentivi la produzione di beni di consumo recuperabili".
Le forze del centrosinistra e le civiche concordano, dunque, "nel verificare non solo a parole il progetto di Iren, nella consapevolezza di essere all’interno del polo industriale più grande della provincia circondato da una zona di pregio a vocazione turistica che non vuol rimanere penalizzata su questo fronte. Bene sarebbe se politica e istituzioni smettessero di fare il gioco delle parti sulla pelle dei cittadini e aprissero un tavolo propositivo".