
Rincari di frutta e verdura "Prezzi lievitati per le piogge e i costi delle materie prime"
Dopo un inizio anno che ha segnato una svolta in negativo per i consumi di frutta e verdura (-9%), ai minimi storici da inizio secolo, dovuti principalmente al caro-prezzi che ha portato ad una contrazione degli acquisti, l’esplosione dell’estate e la diminuzione dell’inflazione che è sicuramente attesa dovrebbe riportare le persone ad acquistare pesche, albicocche, meloni ed altri frutti di stagione. Che in questo periodo rimangono, per i più, inavvicinabili pèer la lievitazione dei prezzi che è stata abnorme. Aumenti che si attestano nell’ordine del 50% sulla verdura, mentre si parla anche di un 60% sulla frutta. In un periodo, come quello estivo, nel quale la frutta dovrebbe essere quella più abbordabile. Grosseto per esempio è la provincia dove il peso dell’inflazione ha inciso di più sulle tasche dei nuclei familiari che hanno sborsato 355 euro, 65 euro in più rispetto all’anno precedente. Seguono Siena con 350 euro e Livorno con 332 euro. Sopra i 300 euro ci sono anche Massa Carrara e Pisa. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti Toscana su dati Istat relativi al commercio al dettaglio a maggio che nei primi cinque mesi del 2023 fa registrare un aumento del 7,3% della spesa alimentare con un taglio degli acquisti in quantità del 4,7%. "A condizionare lo scenario economico si è inserito anche l’andamento del meteo pazzo con il moltiplicarsi di eventi estremi, tra siccità e maltempo, che hanno colpito duramente le coltivazioni in campo riducendone la disponibilità - inizia Paolo Simonelli, responsabile del settore ortofrutta della cooperativa Terre dell’Etruria - In pratica chi ha avuto a che fare con la frutta da cogliere ha dovuto fare i conti con pioggia e soprattutto la grandine. Che ha rovinato gran parte del frutto. Chi li produce ne ha potuto raccogliere molti meno ed ecco che l’aumento del prezzo era inevitabile". Simonelli non si nasconde. "C’è stato – ricorda – un aumento di materie prime non indifferente nel post covid: gasolio, elettricità e materie prime hanno raddoppiato i costi. E’ impensabile che un produttore non aumenti i prezzi. Se poi nel mezzo ci si mettono anche gli eventi estremi, ecco che il prodotto finito, quello che arriva sulle tavole dei consumatori, ha visto lievitare il suo prezzo". Il responsabile della cooperativa cerca di tutelare tutti: "Ci sono dei casi, tipo i meloni, che alla fine della raccolta, tra i costi di produzione e il prezzo finito, l’agricoltore non ci guadagna un euro. E in alcuni casi ci rimette. Come possiamo pensare che i prezzi non aumentino. E’ vero che alla fine ci rimette il consumatore, ma è tutta la filiera che alla fine ha visto aumentare i prezzi. Purtroppo - conclude - è una catena che si trascina. I prezzi sono gonfiati dai costi". E il futuro?. "Superata questa fase di ritardo dovuto al maltempo – chiude Simonelli – una parte dei prezzi rientrerà nei range più bassi e l’offerta, nel medio periodo, tornerà ad essere normale. Almeno lo speriamo".