Rave, scoppia il caso "Non bloccate le auto"

La Verità scopre un documento proveniente da Roma che indica alle forze dell’ordine "solo di monitorare il traffico"

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Il rave party che si è tenuto al lago di Mezzano dal 13 al 19 agosto scorsi fa ancora parlare di sé. E lo fa in modo dirompente: sembra infatti che a quella festa, a cui parteciparono circa 10mila persone, non fosse inaspettata. Anzi era stata monitorata e qualcuno delle Forze dell’ordine aveva pure provato pure a chiedere il blocco. Lo scrive il quotidiano "La Verità", che cita una fonte ministeriale: "monitorare il traffico e non bloccarlo". Questo l’ordine che sarebbe arrivato da Roma. Da quello che scrive "La Verità" infatti una nota dei carabinieri della Compagnia di Orbetello, comunicava a quella di Tuscania di essere impegnata, insieme alla Polizia stradale, nella scorta di circa 40 camper verosimilmente "diretti verso la Puglia, chiedendo la disponibilità a prenderli in carico al confine regionale". Poco dopo però i carabinieri avrebbero comunicato ai colleghi di Tuscania che i mezzi "avevano deviato" e quindi non c’era più "l’esigenza" di occuparsene. I militari capiscono inoltre che la carovana si dirigeva verso Valentano e individuano "circa 100 mezzi, con gli impianti già montati e in funzione, in un campo isolato, lontano dalle principali vie di comunicazione. Le richieste di bloccare la carovana però, collimano con le direttive che arrivano da Roma, ovvero di "monitorare il traffico, non di bloccarlo". Input, secondo quanto ricostruito da "La Verità", che sarebbe partito "dalla sala operativa del Dipartimento di pubblica sicurezza di Roma, ovvero dagli uffici centrali della Polizia. Evidentemente è sttao considerato meno rischioso lasciare svolgere l’evento che bloccarlo". La storia è nota: alla fine verranno identificate circa 3mila persone e 700 tra auto e camper. I magistrati adesso dovranno tirare le somme anche sulla morte di Gianluca Santiago, il 24enne inglese, annegato dentro il Lago di Mezzano.