
di Alberto Celata
Anche quest’anno la mensa diocesana della Caritas non ha fatto mancare il tradizionale pranzo di Capodanno ai propri ospiti. E così domenica sono stati cinquanta i bisognosi che si sono seduti intorno ai tavoli, addobbati con una tovaglia rossa in stile natalizio, per mangiare il pranzo preparato dalle volontarie e dai volontari della Caritas diocesana, diretta da don Enzo Capitani. In realtà a mangiare direttamente alla Caritas sono stati quarantaquattro ospiti, mentre ad altri sei indigenti è stato preparato il pranzo da asporto. A raccontarci il menù è Donatella, attuale responsabile della mensa Caritas, e che da vent’anni trascorre il Capodanno qui per preparare il pranzo ai poveri. "Quest’anno – racconta Donatella, che tiene a precisare di parlare in rappresentanza di tutti i volontari – eravamo cinque volontari, abbiamo incominciato a preparare il pranzo, per cinquanta persone, intorno alle 8,30, e alle 11.30, orario in cui abitualmente apriamo la mensa per il pranzo, le pietanze erano in tavola". Ma che cosa avete preparato? "Per primo piatto – prosegue Donatella – i nostri amici potevano scegliere tra le pappardelle o le tagliatelle al ragù. Anche per il secondo c’era la doppia scelta, ovvero si poteva scegliere, tra le cotolette o lo spezzatino. Due anche i contorni, ovvero le patatine fritte o le lenticchie, in segno bene augurante. Infine frutta, i mandarini, e i dolci natalizi, nello specifico panettone e pandoro. Ovviamente non stiamo certo a lesinare sulle porzioni, tutti possono riprendere il cibo quanto vogliono, cuociamo sempre di più rispetto agli ospiti che ci aspettiamo – aggiunge Donatella – proprio per evitare che qualcuno si alzi dalla tavola con ancora fame". Donatella chiude ricordando un cosa. "Il pranzo lo serviamo tutti i giorni – conclude – ma anche la cena, che non serviamo qui direttamente alla mensa, la prepariamo da asporto per chi ce lo chiede".
Don Enzo Capitani esprime gratitudine per il lavoro dei volontari della Caritas. "Sono encomiabili e fanno un servizio unico – dice don Enzo –. Io in più di un’occasione ho detto che la Caritas deve andare oltre la preparazione dei cibi, perché i bisogni di cui necessita uno strato sempre maggiore di nostri fratelli sono ormai tanti e di varia natura. Però in occasioni come quella del pranzo di Capodanno – chiude il direttore della Caritas diocesana – , dove al nostro desco si sono riunite cinquanta persone, o più in generale nella quotidianità della mensa, ci rendiamo conto che se non ci fosse questo servizio tante persone non saprebbero dove andare a cercare il loro cibo quotidiano".